Franca Valeri si racconta al Corriere della Sera parlando della sua infanzia e di alcuni ricordi dolorosi. Il prossimo 31 luglio, la grandissima diva del cinema italiano spegnerà 100 candeline, festeggiando la sua vita incredibile e l’altrettanta strepitosa carriera.
Nella sua lunga intervista, Franca Valeri non nasconde assolutamente la soddisfazione che ha provato nel vedere in Piazzale Loreto i corpi senza vita di Benito Mussolini e Clara Petacci, dopo avere vissuto l’inferno per molti anni:
Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo.
Proprio in quel periodo, è iniziata la “giovinezza tardiva” di Franca Valeri. E, in quella circostanza ricorda anche la gioia che invece ha provato nel rivedere il padre e il fratello tornare sani e salvi dalla guerra: “il citofono che suona, il trambusto sulle scale, la corsa gli uni incontro agli altri, le due donne che scendono, i due uomini che salgono, il volto del fratello Giulio, poi quello del padre”, scrive Aldo Cazzullo che la intervista.
Poi i racconti meravigliosi e le amicizie con Alberto Sordi, Eduardo De Filippo, Totò, Vittorio De Sica, Edith Piaf e Maria Callas:
L’ho incontrata a Ischia. Era ancora sposata con Meneghini, prima dell’incontro con Onassis (…). Stava studiando Anna Bolena che doveva portare alla Scala, era molto preoccupata di non sfigurare.
A breve Franca Valeri, si prepara a spegnere 100 candeline, anche se non nasconde paura e curiosità:
Voglio proprio vedere cosa c’è dall’altra parte.