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Fiorello e il “no” a Harvey Weinstein: chiuse per sempre le porte di Hollywood

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2017-10-24

Lo scandalo nel quale è stato coinvolto Harvey Weinstein, terzo produttore cinematografico di Hollywood continua a far discutere, dopo le dichiarazioni di Asia Argento e di altre attrici italiane, vittime delle sue molestie. Ad aver avuto a che fare con l’uomo al centro della polemica è stato anche Fiorello, come ha dichiarato lo stesso showman …

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Lo scandalo nel quale è stato coinvolto Harvey Weinstein, terzo produttore cinematografico di Hollywood continua a far discutere, dopo le dichiarazioni di Asia Argento e di altre attrici italiane, vittime delle sue molestie. Ad aver avuto a che fare con l’uomo al centro della polemica è stato anche Fiorello, come ha dichiarato lo stesso showman nel corso della prima puntata de Il Socialista, la trasmissione via Facebook iniziata proprio dallo scorso lunedì. Tra una battuta e un’altra, Fiorello ha infatti raccontato una sua esperienza personale in riferimento proprio ad Harvey.

Fiorello e Weinstein: rivelazione o gag?

Lo showman siciliano – come riporta Fatto Quotidiano – ha raccontato di essere in possesso di una lettera “vera” che proverebbe come dopo un suo rifiuto a Weinstein quest’ultimo avrebbe fatto in modo di chiudergli le porte di Hollywood per sempre. “Tutti parlano di Weinstein ma su questa storia, qualunque cosa si dica, si viene attaccati”, dice Fiorello, anche lui “vittima” in qualche modo del produttore al centro del grande scandalo sessuale.

L’artista siculo aveva partecipato alle riprese de Il talento di Mr. Ripley, film del 1999 prodotto proprio da Weinstein, per la regia di Anthony Minghella e con Matt Damon, Jude Law e Gwyneth Paltrow. Qualche anno dopo Fiorello ricette una telefonata, si fa spedire il copione di Nine, il musical di Rob Marshall del 2009 su Federico Fellini. Il suo ruolo consisterebbe precisamente nell’interpretare “un elegante cantante italiano che si esibisce mentre i protagonisti parlano tra loro in una sala da ballo”. Una scenetta di poco conto, tanto da ritrovarla solo a pagina 128 del copione. A quel punto, Fiorello rifiutò l’offerta anche pensando di essere in prossimità delle vacanze di Ferragosto. Sapendo che gli americani lo avrebbero trattenuto quasi un mese per quella particina, non ci pensò due volte prima di dire di no.

Un rifiuto che però Weinstein avrebbe preso in malo modo, tanto da inviargli una lettera da lui firmata. “Mi scrisse che non potevo non accettare e che lui non poteva tollerare che un signor nessuno come me gli avesse detto no. Mi scrisse che Minghella aveva molta stima di me e cose tipo ‘come osi rifiutare’ e ‘tu forse non hai capito a chi hai detto no’, con una conclusione del tipo: ‘Dopo questo rifiuto, non lavorerai mai più in America’”.

Solo una gag o c’è un fondo di verità nelle sue dichiarazioni? Fatto sta che Fiorello di fatto non ebbe una carriera a Hollywood: “Se non mi avete visto in Guerre stellari e in Rocky 6 ora sapete che è colpa di Weinstein”, ha chiosato la parentesi sul produttore.

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