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Com’è morto Alfredino? Le operazioni di salvataggio e il tragico epilogo: cosa non andò

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2024-06-11

Com’è morto Alfredino, Alfredo Rampi? Il bimbo di sei anni caduto nel pozzo artesiano, le operazioni e l’epilogo tragico

La tragedia di Alfredino torna su Rai1 con la miniserie Alfredino – Una storia italiana, sui fatti di Vermicino, uno dei casi di cronaca nera più toccanti degli ultimi 40 anni. La tragica vicenda di Alfredo Rampi, il bimbo di appena sei anni caduto accidentalmente in un pozzo artesiano sconvolse l’Italia dell’epoca e continua ancora oggi.

Com’è morto Alfredino? L’incidente

Alfredino com'è morto

La sera del 10 giugno 1981, Alfredo Rampi, un bambino di sei anni affettuosamente chiamato Alfredino, cadde in un pozzo artesiano scoperto a Vermicino, una frazione di Frascati, nei pressi di Roma. Alfredino stava giocando nei campi vicino alla sua casa quando scivolò nel pozzo, profondo circa 80 metri e con un diametro di appena 30 centimetri. Questo incidente scatenò un’ondata di sgomento e mobilitò immediatamente i soccorsi.

Le operazioni di salvataggio

Le operazioni di soccorso iniziarono subito, ma si rivelarono estremamente difficili a causa della profondità e della ristrettezza del pozzo. I soccorritori, tra cui vigili del fuoco, speleologi, medici e volontari, cercarono disperatamente di raggiungere Alfredino. La diretta televisiva trasmessa dalla Rai permise a milioni di italiani di seguire gli sforzi in tempo reale, creando un coinvolgimento emotivo senza precedenti.

Le difficoltà tecniche e logistiche resero le operazioni di salvataggio un’impresa titanica. Inizialmente, i soccorritori tentarono di calarsi nel pozzo, ma la sua strettezza rendeva impossibile raggiungere Alfredino. Si decise quindi di scavare un pozzo parallelo per poi creare un tunnel orizzontale che permettesse di raggiungere il bambino. Tuttavia, questo approccio si rivelò estremamente complesso e pericoloso.

Durante le operazioni, i soccorritori riuscirono a stabilire un contatto vocale con Alfredino, che rispondeva debolmente ai richiami. Questo contatto alimentò le speranze di una sua possibile salvezza, ma col passare delle ore la situazione divenne sempre più critica.

Il 13 giugno 1981, dopo tre giorni di incessanti tentativi di salvataggio, fu annunciata la tragica notizia: Alfredino era deceduto nel pozzo. Le cause della morte furono attribuite a una combinazione di fattori, tra cui le lesioni riportate nella caduta, l’immobilità prolungata e la difficoltà di respirare in un ambiente così ristretto e inospitale.

Il corpo di Alfredino fu recuperato solo il 11 luglio 1981, circa un mese dopo la sua caduta, in una delle operazioni di soccorso più complesse e dolorose mai affrontate in Italia.

La morte di Alfredino Rampi suscitò un’ondata di emozione e riflessione in tutto il paese. L’evento mise in evidenza le carenze nelle procedure di emergenza e nella gestione delle operazioni di soccorso, portando a significativi cambiamenti nel sistema di protezione civile italiano.

In seguito alla tragedia, fu istituito il Dipartimento della Protezione Civile nel 1982, con l’obiettivo di migliorare la coordinazione e l’efficacia delle operazioni di emergenza in tutto il territorio nazionale.

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