Alberto Angela sul Coronavirus: “Vicino a famiglie vittime, a chi è in quarantena e ai medici” – VIDEO

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La parole Coronavirus viene detta in tv circa ogni minuto e mezzo. E’ quanto emerso da un’analisi resa nota nel corso della nuova puntata di oggi di Tv Talk. Ieri sera, intanto, l’emergenza sanitaria attualmente in atto ha interessato a 360 gradi lo speciale Porta a Porta dal titolo “L’Italia unita ce la farà”, condotto da Bruno Vespa su Rai1. Ad intervenire con un discorso importante è stato anche Alberto Angela.



Alberto Angela, discorso sul Coronavirus

Il conduttore e divulgatore scientifico, Alberto Angela, nel corso dello speciale di Rai1 ha realizzato un discorso molto importante, rivolgendosi agli italiani ed affrontando un punto centrale dell’emergenza: l’attendibilità dei dati finora resi noti.



Sono un uomo di scienza, non un virologo, vi posso dire che è alla fine che si fanno le analisi, per il momento dico a tutti di seguire le norme e le precauzioni che ci indicano gli esperti.

Nel corso del suo videomessaggio trasmesso nel corso del programma Porta a Porta, Alberto Angela ha concentrato l’attenzione sul lavoro dello staff medico e soprattutto su ciò che accade all’interno degli ospedali, in particolare nei reparti di terapia intensiva. A seguire il discorso integrale.



Buonasera a tutti,

non è facile commentare quello che sta accadendo io non sono un virologo ovviamente, sono un uomo di scienza, e quindi lascio agli esperti, persone che ne capiscono molto più di me in materia, le disposizioni da prendere e i commenti da fare. Io, da uomo di scienza, vi posso dire che è alla fine che si fanno le analisi, per il momento dico a tutti di seguire le norme e le precauzioni che ci indicano gli esperti. Però alcune cose le vorrei dire: innanzitutto sono molto vicino a chi ha perso un caro, perché è vero si dice che sono persone in là con l’età, degli anziani… ma no, sono degli ex giovani, sono delle mamme, dei papà, dei nonni, che hanno seguito la crescita di tante persone e hanno lasciato un grande vuoto. Persone, i familiari, che sono rimaste sole. Così come a coloro che sono in quarantena, in isolamento, e poi il mio pensiero va soprattutto a chi in questo momento è in prima linea, in trincea, per combattere la diffusione di questo virus. E mi riferisco a chi è sul territorio, a chi è nei presidi, negli ospedali, nei reparti di terapia intensiva, di rianimazione, degli infettivi e bisogna ricordare che spesso lavorano in condizioni molto difficili perché hanno semmai dei colleghi già in quarantena, i turni saltano, le famiglie proprio non le vedono, e lavorano con grande professionalità e soprattutto con grande altruismo. Ricordate che queste sono persone che non hanno chiesto di essere lì in quel momento ma sono stati colti da questa situazione all’improvviso. E non hanno mollato.