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Valerio Scanu e il tumore maligno: “Mi hanno asportato metà polmone”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2022-11-16

Prima d’ora non lo aveva mai detto pubblicamente, ma anche Valerio Scanu ha vissuto l’incubo del tumore. Lo ha raccontato oggi, ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, dove ha svelato il dramma vissuto due anni fa, in piena pandemia.  Valerio Scanu svela di avere avuto un tumore Proprio durante il lockdown, …

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Prima d’ora non lo aveva mai detto pubblicamente, ma anche Valerio Scanu ha vissuto l’incubo del tumore. Lo ha raccontato oggi, ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, dove ha svelato il dramma vissuto due anni fa, in piena pandemia. 

Valerio Scanu svela di avere avuto un tumore

Proprio durante il lockdown, Valerio Scanu ha scoperto di avere un tumore ai polmoni. Lo ha svelato oggi alla trasmissione di Serena Bortone alla quale ha dichiarato:

Nel marzo del 2020 sono stato operato, mi hanno asportato metà polmone. In quel periodo ero solo, non volevo nessuno, mi sono schermato, credo che in fondo volessi fare l’eroe.

Il racconto del giovane cantante è proseguito:

Con i medici lo abbiamo sempre chiamato il tumoretto, era una roba di neanche 2 centimetri, ma non si poteva fare l’esame con l’ago istologico perché era molto centrale.

Dall’esame istologico purtroppo sono emerse notizie per nulla positive:

L’esame estemporaneo istologico accertò che si trattava di adenocarcinoma, quindi un tumore maligno, mi hanno tolto tutti i linfonodi, ma non c’è stato bisogno di terapia.

In quel periodo Valerio ha tentato di tenere la famiglia lontana da ogni pensiero:

A mio padre dissi che era una cicatrice, nella videochiamate mi toglievo l’ossigeno per non farlo preoccupare. E per non farlo venire in ospedale mi sono inventato un’ordinanza del Comune di Roma, e che se fosse venuto senza permesso durante le restrizioni per il covid lo avrebbero arrestato.

Proprio il padre è poi morto proprio a causa del Covid:

Nutro un senso di colpa perché ho pensato che si fosse caricato sulle sue spalle la mia malattia. Dopo la sua morte mi sono riempito di impegni, lavoro, studio, tutto pur di dimenticare ma la cosa va rielaborata: sto facendo un percorso da uno psicoterapeuta, ho capito che avevo fatto un lavoro di disassociazione, a volte pensavo che non fosse mai esistito.

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