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The Mission, è già polemica sul reality Rai: petizioni e critiche contro il programma

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2013-08-06

Già da qualche tempo, si parla di una nuova trasmissione che dovrebbe tenerci compagnia, nella prossima stagione televisiva e più precisamente intorno al periodo natalizio, nella prima serata di RaiUno. Si tratterebbe di una sorta di reality show, The Mission, per il quale oggi più che mai, utilizzare il condizionale sembra essere d’obbligo. Prima di …

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Già da qualche tempo, si parla di una nuova trasmissione che dovrebbe tenerci compagnia, nella prossima stagione televisiva e più precisamente intorno al periodo natalizio, nella prima serata di RaiUno. Si tratterebbe di una sorta di reality show, The Mission, per il quale oggi più che mai, utilizzare il condizionale sembra essere d’obbligo. Prima di spiegarne le motivazioni ed il perché la nuova trasmissione Rai rischia di saltare prima ancora del suo annuncio ufficiale, andiamo a vedere di cosa di tratta nello specifico.

Il programma vedrebbe la presenza di otto vip che prenderanno parte al programma per la durata di 24 giorni sotto l’occhio indiscreto delle telecamere. Location del reality, un luogo estremo dove fame e miseria sono all’ordine del giorno. Nulla a che vedere con il più classico Isola dei Famosi, cancellato dai palinsesti Rai, ma di qualcosa di estremamente diverso, come vedremo a partire da novembre, mese in cui probabilmente vedrà la luce.

I concorrenti partecipanti, in merito ai quali ancora vige il massimo riserbo, saranno infatti chiamati a vivere in un campo profughi africano, raccontando così in prima persona le condizioni di chi realmente è destinato a vivere in luoghi dove la miseria è all’ordine del giorno. Sempre in merito ai concorrenti, si era parlato con sempre maggiore insistenza della presenza di Paola Barale e di Emanuele Filiberto di Savoia, ma anche di Michele Cucuzza e di Barbara De Rossi, nonostante l’assenza, al momento, di conferme ufficiali. L’unica certezza sarebbe invece la presenza di Al Bano, mentre la location della puntata zero sarebbe il Sudan.

Il condizionale di cui sopra, è giustificato tuttavia dalle copiose critiche che The Mission ha già finora ricevuto. La prima si può tradurre in una vera e propria petizione pubblicata sul sito change.org realizzata da un ragazzo di 25 anni; in merito si legge: “Fermiamo questo scempio, chiediamo alla Rai, all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e a Intersos di annullare questa operazione lesiva della dignità umana e di non mandare in onda “The Mission””. Nel momento in cui vi scriviamo sono state già raccolte oltre 21 mila firme (su 25 mila richieste).

Un’altra petizione per le medesimi ragioni è quella di activism.org, nella quale si legge: “Riteniamo inaccettabile che la televisione pubblica realizzi questo progetto. Lo sfruttamento della sofferenza cui sono sottoposti i profughi a fini di spettacolo non può essere tollerato ed è per noi motivo di indignazione. […] Se personaggi come Albano Carrisi hanno bisogno di rispolverare la loro immagine si star ormai un po’ sbiafite, non è certamente questa la soluzione”.

Tante le Ong che si sono schierate contro la futura trasmissione Rai. Tutte queste voci contrarie saranno ignorate o incideranno sul destino della trasmissione?

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