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Susanna Di Pietra, lingua dei segni non udenti per le news delle 18: “I miei genitori sono sordi”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2020-03-30

Ormai Susanna Di Pietra è diventata un volto familiare. Puntualmente, alle ore 18:00, il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli aggiorna gli italiani riferendo i numeri dell’emergenza Coronavirus in Italia. Alla sue spalle troviamo sempre lei, la 33enne che si occupa di informare il pubblico di non udenti. Susanna Di Pietra, chi è …

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Ormai Susanna Di Pietra è diventata un volto familiare. Puntualmente, alle ore 18:00, il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli aggiorna gli italiani riferendo i numeri dell’emergenza Coronavirus in Italia. Alla sue spalle troviamo sempre lei, la 33enne che si occupa di informare il pubblico di non udenti.

Susanna Di Pietra, chi è la donna che parla ai non udenti con la lingua dei segni

Susanna Di Pietra traduce i dolorosi dati nella lingua italiana dei segni. Chiacchierando con La Stampa, la donna si è raccontanta svelando di lavorare con assistente alla comunicazione ormai da 12 anni. Oltre a essere interprete LIS, studia Scienze della Formazione Primaria.

Il 16 ottobre del 2014 ha fondato la CODA (Children of Deaf Adults), di cui è anche vicepresidente. L’associazione si occupa delle famiglie formate da genitori non udenti e figli udenti. Anche lei è figlia di genitori sordi:

I miei genitori sono sordi, la lingua dei segni è stato il mio idioma materno, la mia prima forma di comunicazione. Mia mamma poi ha insistito perché mi specializzassi, ho studiato da interprete e da oltre dieci anni lavoro anche come mediatore nelle scuole.

Ci sono circa 70 mila persone non udenti in Italia, molti sono anziani.

Susanna è molto felice di risultare una figura “protettiva” agli occhi degli italiani. Al quotidiano ha anche raccontato di essere sposata ma senza figli. In ultimo, ha raccontato di vestirsi di nero per dare maggiore risalto alle espressioni facciali:

Mi piace sistemarmi, lo faccio sempre, stavolta forse ancora di più, è una forma di rispetto nei confronti di chi mi segue. Il carico emotivo è enorme, ma cerco di far passare un messaggio di normalità. Il tono neutrale è anche lo stile degli interpreti. E i sordi hanno bisogno di sapere senza panico. Poi certo, uno ascolta i dati e pensa ai propri cari, al rischio di contagio, penso a mia madre che ha 56 anni e sta chiusa in casa, la vita è cambiata per tutti.

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