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Sotto il cielo di Roma, Bernabei, Lux Vide, replica a Di Segni: “E’ una fiction, non un documentario”

di Simone Morano

Pubblicato il 2010-11-02

Non si fa attendere la replica di Ettore Bernabei alle parole del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni riguardo alla miniserie Sotto il cielo di Roma. Spiega il presidente della Lux Vide, la società che ha prodotto la fiction: Non si tratta di una fiction a senso unico. E’, appunto,  una fiction, non un …

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Ettore Bernabei

Non si fa attendere la replica di Ettore Bernabei alle parole del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni riguardo alla miniserie Sotto il cielo di Roma.

Spiega il presidente della Lux Vide, la società che ha prodotto la fiction:

Non si tratta di una fiction a senso unico. E’, appunto,  una fiction, non un documentario, tutte le opere possono essere imprecise. Tutti quelli che hanno lavorato a questo sceneggiato hanno avuto come obiettivo il rispetto per le vittime e la volontà di ricostruire tutte le vicende. Il film presenta quello che accadeva in Vaticano e quello che accadeva nel ghetto ebraico.  Abbiamo cercato di osservare la verità storica sulla base dei documenti che si conoscono e senza guardare la realtà solo dal punto di vista del Vaticano.

Continua Bernabei:

La posizione di Pio XII fu quella di salvare ad ogni costo Roma dalla guerra guerreggiata in città. E ci riuscì. Spero che venga riconosciuto il rispetto per le vittime e per l’intera popolazione ebraica.

Da sottolineare che la fiction era stata presentata in anteprima, lo scorso 9 aprile, a Papa Benedetto XVI, che di Pacelli aveva riconosciuto le virtù ai tempi della sua beatificazione nel dicembre del 2009.

La stessa beatificazione è stata messa in discussione da Di Segni:

Se la beatificazione è il riconoscimento della giustezza di certi comportamenti storici e questi comportamenti non sono chiari e anzi sono criticabili per molti aspetti; se la beatificazione vuole essere una sorta di lavatrice della memoria, di indifferenza se non di ostilità antiebraica, allora tutto questo lascia veramente perplessi.

E qui ci fermiamo, perché, ormai, con la televisione questo discorso c’entra poco.

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