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Selvaggia Lucarelli scrive un pezzo su Bieber e One Direction e su Twitter impazzano le offese gratuite

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-04-04

Quando metti insieme i nomi di Justin Bieber e One Direction e ci scrivi pure un pezzo, hai decretato (per le prossime 24h) la tua fine. Questo è quanto è successo alla famosa blogger Selvaggia Lucarelli, una delle personalità più di spicco e influenti per quanto riguarda l’aspetto social, ma anche una conduttrice TV (conduce …

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Quando metti insieme i nomi di Justin Bieber e One Direction e ci scrivi pure un pezzo, hai decretato (per le prossime 24h) la tua fine. Questo è quanto è successo alla famosa blogger Selvaggia Lucarelli, una delle personalità più di spicco e influenti per quanto riguarda l’aspetto social, ma anche una conduttrice TV (conduce Celebrity Now su Sky Uno con Petra Loreggian) e una speaker radiofonica su M2o dove, con La fine del mondo, crea lo scompiglio generale insieme ad Alessandro Lippi. Inoltre, scrive per Libero e lo fa in maniera ironica e tagliente.

Certe cose devono solo strapparti dei sorrisi, oppure, come nel mio caso delle risate convulsive che secondo me il mio vicino di casa penserà che c’ho tipo un solletica piedi automatico che parte in modalità random, altrimenti, le mie risate nella maggior parte dei casi non si spiegano (almeno lui, sicuramente non se le spiega). Ma non stiamo parlando di me, io infatti me lo sogno di entrare nelle tendenze su Twitter e per fortuna, in quanto, per il 90% dei casi ci finisci perché il popolo di ragazzini, meglio conosciuti come bimbimin**a ha deciso di vendicarsi perché qualcuno si è permesso di parlare dei loro idoli.

Impazziscono, creano un vortice assurdo quanto veloce, un passaparola immediato con pollici fumanti che digitano sulle tastiere (virtuali) degli iPhone nonostante abbiano un touch capacitivo (ma sono loro quelli che non si capacitano) e solcano la tastiera per esprimere concetti che vanno dall’offesa gratuita, alla parolaccia una parola sì e una no. Hai ironizzato su Justin? Parli dei capelli del leader dei One Direction? Ma sei impazzita? No, non puoi farlo, no, no e ancora no. Per caso, ho già scritto no?

Per adesso impazza tra le tendenze il seguente hashtag: #DirectionersAndBeliebersNeedRespect, ed ovviamente i correlati riportano ancora a Selvaggia Lucarelli. Che ha scritto solo un pezzo ironico (clicca qui per leggerlo), che dovevate prendere con ironia, farvi una risata insomma. Non occorre strapparsi i capelli, piangere, sperare che la persona che secondo voi ha sparato a zero sul vostro “idolo” muoia. Occorre altro.

Leggere dei libri, andare bene a scuola, mandare a quel paese le abbreviazioni, la lingua Italiana è talmente bella che dovrebbe essere vietato per legge castrarla in questo modo. Occorre fare sport, uscire con gli amici, andare al cinema, visitare i musei e incuriosirsi, essere curiosi nei confronti della vita, le semplici abitudini o le nuove scoperte. Sarebbe opportuno ricevere e dare rispetto, sarebbe civile, onesto e normale  non offendere qualcuno perché appare diverso da voi.

Niente offese per chi ha qualche chilo di troppo, oppure qualche brufolo in più, niente scritte sui muri (l’anonimato è da vigliacchi, datevi un volto, metteteci sempre la faccia, che tanto, se dite cose che hanno valore, nessuno riderà di voi, credetemi) razziste oppure omofobe, ma fateci magari un bel graffito creativo sui muri grigi delle vostre città. In Italia, ma un po’ ovunque esiste la libertà di pensiero per nostra fortuna (e non sappiamo nemmeno usarla come si deve) e, soprattutto, la mia libertà finisce esattamente dove inizia la tua, quindi, se qualcuno trova offensiva l’ironia, di qualunque tipo, dovrebbe farsi un esame di coscienza e valutare seriamente in che modo sta crescendo, come intende farlo e che apporto vorrà dare alla società. Perché è in mano vostra perbacco, non abbiate paura delle responsabilità, piuttosto fate in modo che loro non prendano il sopravvento sulla vostra vita, riempiendola di banalità e di quel miliardo di cose futili di cui adesso vi state riempiendo, perché andranno via, prima o poi, scoppieranno.

E no, non siamo tristi per noi perché non abbiamo più 15 anni, li abbiamo avuti, e li abbiamo vissuti alla grande. Li avrete anche voi 30 anni, e poi 40, 50 e così via, ma l’educazione non ha prezzo e nemmeno età.

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