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Scomparsa, Vanessa Incontrada racconta la fiction: ‘La più difficile che abbia mai fatto!’

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2017-11-21

Ieri sera è andata in onda sulla rete ammiraglia di Casa Rai, la prima puntata di Scomparsa, la fiction con protagonista Vanessa Incontrada. Intervistata da Sorrisi.com, l’attrice spagnola afferma: “Questa è stata una delle serie più “difficili” che abbia mai fatto”. Il perché lo spiega lei a seguire: “Nel mio Dna c’è il sorriso e …

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Ieri sera è andata in onda sulla rete ammiraglia di Casa Rai, la prima puntata di Scomparsa, la fiction con protagonista Vanessa Incontrada. Intervistata da Sorrisi.com, l’attrice spagnola afferma: “Questa è stata una delle serie più “difficili” che abbia mai fatto”. Il perché lo spiega lei a seguire: “Nel mio Dna c’è il sorriso e il mio modo di essere è esplosivo: in questa serie non rido mai. D’altronde è la storia di una madre che non ha più notizie della propria figlia”.

Scomparsa, Fiction: le dichiarazioni di Vanessa Incontrada

La storia infatti è quella di Nora, una madre single, dottoressa in neuropsichiatria infantile, trasferitasi da Milano a San Benedetto del Tronto da pochi mesi insieme alla figlia Camilla. È rimasta incinta ai tempi dell’università e non ha mai detto niente al padre di Camilla, un ricercatore universitario all’epoca sposato (Enrico Carezza, interpretato da Andrea Renzi). Si impegnerà in prima persona nelle indagini, sconvolta dalla scoperta delle numerose bugie della giovane Camilla.

Di seguito, proprio Vanessa Incontrada racconta la trama di Scomparsa: “Un sabato sera le due ragazze (Camilla e la sua amica Sonia, ndr) vanno insieme a una festa di amici del liceo, ma la mattina dopo si scopre che non sono rientrate a casa. Sembrano sparite nel nulla. La polizia apre un’indagine guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Nemi e col passare delle ore la paura di Nora cresce sempre di più. E le ore sono segnate dalle varie fasi della ricerca delle ragazze”.

Ecco com’era la Incontrada da ragazzina

Vanessa Incontrada poi racconta come era lei da ragazzina: “A 16 anni ero piuttosto peperina, direi una vera ribelle. E quello che meno mi interessava era lo studio. Ora capisco cosa ho fatto passare a mia madre. Ricordo che pensavo: “So tutto io e voi non capite niente”. Il periodo turbolento è durato dai 14 ai 17 anni, poi quando ho cominciato a lavorare mi sono calmata. Ma se oggi ripenso a come ero allora, mi prenderei a sberle da sola. Lo devo proprio dire”.

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