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Sarò sempre tuo padre, la fiction in replica con Beppe Fiorello, questa sera su RaiUno – FOTO

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2013-02-26

Ne abbiamo parlato di recente, nel riproporvi la serie di Tweet scritti dall’attore Beppe Fiorello, nei quali ha dato sfogo alla sua delusione nel vedersi nuovamente sul piccolo schermo, a distanza di appena una settimana dalla messa in onda della fortunata fiction Volare – La grande storia di Domenico Modugno (rimandiamo a questo articolo per …

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Ne abbiamo parlato di recente, nel riproporvi la serie di Tweet scritti dall’attore Beppe Fiorello, nei quali ha dato sfogo alla sua delusione nel vedersi nuovamente sul piccolo schermo, a distanza di appena una settimana dalla messa in onda della fortunata fiction Volare – La grande storia di Domenico Modugno (rimandiamo a questo articolo per l’approfondimento). Questa sera, sulla prima rete di casa Rai proprio Beppe tornerà (in replica), come protagonista di un’altra fiction di successo in due puntate, Sarò sempre tuo padre, trasmessa il 29 ed il 30 novembre del 2011 (allora registrò rispettivamente oltre 6 ed 8 milioni di telespettatori con il 23.91% e il 29.28% di share).

La mini fiction vanta la regia Lodovico Gasparini ed oltre a Beppe Fiorello vede nel cast anche la presenza di Ana Caterina Morariu e del piccolo Dario Florica. La storia narrata è quella di Antonio Rubino, un venditore d’auto sposato con Diana dalla quale ha avuto un figlio, Andrea. La loro è una vita felice, almeno fino a quando l’uomo non viene a sapere una sconvolgente verità: la moglie non sembra più provare gli stessi sentimenti di un tempo, ed a nulla servono i suoi sforzi per riconquistarla.

Da uomo lasciato e con il cuore a pezzi, Antonio dovrà cercarsi una nuova casa, mettere da parte dei soldi da destinare agli alimenti e cercare di andare avanti, mentre Diana è sempre più alla ricerca della sua indipendenza e dell’autostima perduta. Il tempo passa, e mentre la donna sembra aver ritrovato la sua serenità, per Antonio non si può certo dire la medesima cosa: si sente un uomo fallito ed a questo si aggiunge la difficoltà di vedere il figlio, a causa della mancanza di tempo. Oltre a non poter esercitare come vorrebbe il suo ruolo di padre, le cose peggiorano dopo che viene licenziato dalla concessionaria.

Antonio è costretto ad affrontare così un duro momento: si ritrova a 40 anni con una famiglia ormai sgretolata e senza lavoro. Da qui sopraggiungono anche i ritardi e le disattenzioni nei confronti del figlio che portano l’ex moglie a dubitare del suo ruolo di padre. Inizia così la guerra tra avvocati; quello di Diana diventa per lui il suo peggior nemico. Il suo ruolo di padre viene messo quotidianamente in discussione, almeno fino a quando non incontrerà un gruppo di nuovi amici che stanno vivendo la sua medesima situazione: separati, padri ed in cerca di un’occupazione.

Sarà per merito loro e del loro sostegno, così come di quello dell’assistente sociale, che Antonio riuscirà a rimettersi in piedi, a trovare un lavoro e a diventare il padre che ha sempre voluto essere. Ma i guai per lui non sono finiti: l’ex moglie, infatti, esporrà una diffida che gli impedisce di vedere per sempre suo figlio. In seguito a ciò, Antonio ed i suoi amici organizzeranno una manifestazione per far capire a Diana quanto sia stato sbagliato il suo gesto. L’uomo farà ricorso e riuscirà a vedere ancora l’amato figlio.

Storie di bambini contesi, ora più che mai sono purtroppo all’ordine del giorno. Il regista, nel commentare la mini fiction si è posti alcuni leciti interrogativi:

Il progetto è nato da un fatto di cronaca realmente accaduto ed è stato fortemente voluto sia dal produttore Guglielmo Arié che da Rai Fiction.  Leggendo la sceneggiatura di Francesco Asioli, Anna Maria Carli e Salvatore Basile ho subito capito il potenziale della storia e la possibilità di coinvolgere le famiglie in un dibattito più graffiante del solito: non è forse diventato un po’ troppo facile chiedere la separazione? Si tiene abbastanza conto della sofferenza dei bambini quando ci si separa? L’importanza della paternità non è stata un po’ troppo svilita negli ultimi tempi? E che dire delle leggi che regolano la separazione? Siamo sicuri che affidando nel 90% dei casi il bambino alla madre le leggi rispecchino sempre l’interesse del bambino? Insomma non ci vorrebbe un po’ più di attenzione da parte dei legislatori, dei giudici, degli avvocati per un tema così importante?

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