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Sarah Scazzi, le lacrime di zio Michele a Domenica Cinque e le critiche all’intervista di Brachino

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2011-10-16

Nella seconda parte dello spazio condotto da Claudio Brachino e dedicato alla cronaca, nell’ambito della puntata pomeridiana di Domenica Cinque, in esclusiva abbiamo assistito tristemente all’ennesima spettacolarizzazione del dolore, nello specifico allo pseudo-dolore di Michele Misseri, il contadino di Avetrana che continua ad autoaccusarsi colpevole della morte della povera nipote Sarah Scazzi, per la quale …

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Nella seconda parte dello spazio condotto da Claudio Brachino e dedicato alla cronaca, nell’ambito della puntata pomeridiana di Domenica Cinque, in esclusiva abbiamo assistito tristemente all’ennesima spettacolarizzazione del dolore, nello specifico allo pseudo-dolore di Michele Misseri, il contadino di Avetrana che continua ad autoaccusarsi colpevole della morte della povera nipote Sarah Scazzi, per la quale restano ancora in carcere Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente figlia e moglie dello stesso Michele.

In collegamento da Bari ed in compagnia di Ilaria Cavo, Michele Misseri ha così ancora una volta raccontato la sua verità, mentre in studio, luci basse ed ospiti in silenzio, il dibattito è stato rimandato al dopo intervista come anticipato dallo stesso Brachino.

La domanda che ha aperto l’esclusiva firmata Domenica Cinque, ad opera del padrone di casa, è stata: “Lei conferma di essere stato l’assassino della povera Sarah?”. La risposta dell’intervistatore è stata, come c’era da attendersi, affermativa. Da qui, si è poi proseguiti con il racconto di zio Michele e con le sue dichiarazioni in merito al celebre “memoriale”, scritto di suo pugno, e che domani presenterà nel corso dell’udienza preliminare del processo, dichiarando anche il suo intento a parlare nuovamente, raccontando “tutto, dall’inizio alla fine”, nel caso in cui gli fosse concesso.

Nel corso del suo intervento, Misseri si è in più occasioni sciolto in lacrime, nel raccontare di essere stato lui ad uccidere la ragazzina di Avetrana, della quale ne ha fatto il nome una sola volta, prima di chiedere scusa. Proprio sulle lacrime, Brachino si è concentrato nel corso delle domande finali dell’intervista: “Io mi pento di tutto… come faccio a non piangere se è quello che ho dentro di me?… La giustizierò io stesso la ragazza… La faccio finita”.

Ultima domanda di questa bislacca intervista, è relativa al movente dell’omicidio: nessun motivo sessuale, ma un “movente banale”, legato al nervosismo del momento.

Salutato e ringraziato Misseri, le luci nello studio di Domenica Cinque si sono riaccese ed è partito da qui il vero dibattito. Il primo a prendere la parola, è stato Liguori, che ha così commentato:

Io non sono d’accordo con l’assassino trasformato in modello televisivo.

Anche l’opinione di Marziale non è stata tra le più clementi:

Spero che la gente a casa abbia spento la televisione,

riferendo di non aver guardato l’intervista ma di aver più volte incrociato lo sguardo del pubblico in studio.

Sconvolta dall’intervista, definita banale, superficiale, grottesca, è stata Alessandra Mussolini, in collegamento con lo studio, che indignata ha commentato:

Dobbiamo assistere all’intervista di uno che ha ammesso di aver ucciso una ragazza perché era nervoso?

L’unico ospite a sostenere invece il lavoro di Brachino, è stato Alessandro Cecchi Paone, che ha asserito:

Domenica Cinque e Brachino hanno fatto uno splendido lavoro.

Al termine del suo spazio, il giornalista e conduttore si è ritenuto comunque sereno per il lavoro svolto.

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