Sanremo 2013: Marinella Venegoni stronca Marco Mengoni, Annalisa, Malika e Chiara. Elogi per Elio e le Storie Tese e la musica d’autore

I più famosi giornalisti e critici musicali hanno già avuto l’opportunità di ascoltare le 28 canzoni in gara del Festival di Sanremo che, a partire dal 12 febbraio, presentate da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto allieteranno (si spera) anche i nostri salotti. A differenza di quanto scritto da Andrea Conti su TgCom24 che ha elogiato Malika Ayane, Marco Mengoni, Annalisa Scarrone e Chiara Galiazzo, la pungente quando bravissima (la sua penna è unica e riconoscibilissima) Marinella Venegoni, ieri ha pubblicato un pezzo su La Stampa, che differisce molto dal pensiero del collega.



Chi dei due avrà ragione? L’esperienza indiscussa e la bravura senza peli sulla lingua delle Venegoni oppure l’occhio (e in questo caso l’orecchio) moderno di Conti? Pareri, punti di vista, ed ovviamente non dichiarerò mai, nemmeno sotto tortura da che parte pende il mio ago della bilancia. La Venegoni definisce gli ex partecipanti dei talent show come degli “Adescatori di televoto”, scrivendo:

Annalisa, per cominciare dalla A, ci affronta ma non ci convince né quando va sul patinato ultraclassico, né con i sapori Anni ‘50 di “Scintille”. L’attesissima Chiara, fresca vincitrice di X Factor, si è affidata in un brano ai fratelli Zampaglione, ma il pezzo anche impegnativo è affogato in una valanga di effetti sonori, con urlo obbligatorio; il suo sguardo è rivolto a Mina (che la ama), anche nel secondo pezzo più mosso, “Il futuro che sarà”, testo di Bianconi. Marco Mengoni, dicono, è in evoluzione: ma resta l’impressione di una voce che per quanto notevole bada a se stessa più che all’espressività della canzone. Troppo freddo, e non a suo agio anche in Bellissimo di Nannini/Pacifico, poprock virulento da stadi.



Stessa sorte, eliminando la componente talent è toccata ai Modà, che sull’Ariston l’ultima volta sono saliti due anni fa conquistando il secondo posto cantando insieme ad Emma Marrone con il brano “Arriverà”:

Anche gli amatissimi Modà sono gente da televoto: due ballads meno urlate e più accurate, sempre di Kekko, ma “Se si potesse non morire” echeggia in modo inquietante “Non è l’inferno” (sempre sua) che ha vinto Sanremo nel ‘12 con Emma.



Un occhio di riguardo invece, per gli artisti più di nicchia e forse più impegnati politicamente e socialmente, essendo per altro, nella maggior parte dei casi, non solo dei semplici interpreti, ma dei veri cantautori a 360°. La critica musicale definisce Elio e le Storie Tese come i più pungenti, complimenti anche per la complessità e l’ironia di Max Gazzè, Daniele Silvestri e Simone Cristicchi.

Complimenti anche per Marta sui Tubi, Almamegretta, Raphael Gualazzi, Simona Molinari e Maria Nazionale:

Più tosta Maria Nazionale: dal neomelodico al classico napoletano, è rigorosa fra un Gragnaniello e i Servillo/Mesolella degli Avion Travel.

Critica aspra infine a Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro che ha firmato entrambi i pezzi di Malika Ayane:

Poi c’è il pop scritto con coscienza. Forse meno quello di Malika Ayane, più brava del suo autore Sangiorgi a far vivere con eleganza due pezzi tutto sommato banali, “Niente” (il migliore) e “E se poi”.