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SanPa, la docuserie Netflix sulle luci e le ombre di San Patrignano: come è oggi la comunità

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2021-01-07

Da alcuni giorni è arrivata su Netflix SanPa, la docuserie ideata da Gianluca Neri già diventata uno dei titoli più visti e perfino in grado di appannare il kolossal Bridgerton. E’ la serie più discussa del momento e non mancano le critiche e polemiche, con differenti voci, dalla comunità di San Patrignano che ha definito …

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Da alcuni giorni è arrivata su Netflix SanPa, la docuserie ideata da Gianluca Neri già diventata uno dei titoli più visti e perfino in grado di appannare il kolossal Bridgerton. E’ la serie più discussa del momento e non mancano le critiche e polemiche, con differenti voci, dalla comunità di San Patrignano che ha definito la serie “poco imparziale” alla testimonianza di Piero Villaggio che amò ed odiò Muccioli ma del quale dice “devo a lui se sono vivo”.

SanPa, la docuserie Netflix che spiazza

SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano, è approdata su Netflix il 30 dicembre un po’ in sordina per poi scalare la classifica dei titoli più visti sulla piattaforma streaming. Perchè oggi tutti parlano di SanPa? Per la storia potentissima, senza dubbio ma anche per le luci e le ombre sulla controversa figura del suo deus ex machina, Vincenzo Muccioli.

SanPa racconta gli inizi e i trascorsi della più grande comunità di recupero per tossicodipendenti d’Europa, nata a metà degli anni ‘70 grazie all’intuizione di un visionario imprenditore, Vincenzo Muccioli, il primo ad aver affrontato a viso aperto il problema dei drogati in Italia e accoglierli gratuitamente nella sua struttura curandoli “con iniezioni d’amore incondizionato”, con erbe, tisane, massaggi ed etica del lavoro.

Nel tempo diventa una città-stato che si gestisce da sola con regole stabilite Muccioli ma emergono anche i lati oscuri della comunità: dalle celle di isolamento e dalle catene che i sodali di Muccioli adoperavano per punire i ragazzi che tentavano la fuga all’omicidio di Roberto Maranzano.

La comunità di San Patrignano intanto, come riporta VanityFair, fa sapere, attraverso un comunicato, che la docuserie è solo un “racconto tendenzioso e parziale”, ricco di “spettacolarizzazioni, drammatizzazioni e semplificazioni”.

I fatti narrati nella serie si fermano al 1995. La San Patrignano di oggi appare fortunatamente molto diversa da quella descritta nella serie di Netflix. Sotto la guida di Letizia Moratti San Patrignano ha subito una svolta importante. Oggi la comunità ospita 1000 tra ragazze e ragazzi e vi operano educatori professionisti, psicologi e anche psichiatri. Non vengono più accettati tossicodipendenti in astinenza.

 

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