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Ris Roma – Delitti imperfetti, Primo Reggiani si confessa: “Bella esperienza, ma sono contento sia finita”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2013-04-09

La fiction di casa Mediaset, Ris, ha portato nuovo successo all’attore Primo Reggiani, che si è confessato in un’interessante intervista pubblicata dalla rivista Max, da oggi in edicola con il nuovo numero. Lo stesso Reggiani, però, pare aver archiviato con un sospiro di sollievo la sua esperienza televisiva, dichiarando in merito: “Bella esperienza, ma sono …

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La fiction di casa Mediaset, Ris, ha portato nuovo successo all’attore Primo Reggiani, che si è confessato in un’interessante intervista pubblicata dalla rivista Max, da oggi in edicola con il nuovo numero. Lo stesso Reggiani, però, pare aver archiviato con un sospiro di sollievo la sua esperienza televisiva, dichiarando in merito: “Bella esperienza, ma sono contento sia finita. Troppi compromessi tra la realtà e quello che si vuol far arrivare alla gente. Sul set non possiamo essere duri con quelli che arrestiamo, ma… nella realtà succede; non possiamo dare uno schiaffo a nessuno, ma… io da piccolo di schiaffi dai carabinieri ne ho presi eccome”.

Parole dure, certo, ma che possiamo in parte condividere anche alla luce dei fatti di cronaca che ascoltiamo spesso nei Tg. Intanto, prossimamente l’attore lo ritroveremo nelle sale cinematografiche con la pellicola Universitari di Federico Moccia: “Quando mi hanno proposto questo film all’inizio ho detto… anche no. Poi ho pensato che sarebbe stata la mia ultima possibilità di fare l’adolescente!… Moccia è una persona umile nonostante la botta di fama che ha avuto… ma di leggere tutti i suoi libri non se ne parla!”. Ed a proposito di Moccia, Reggiani si è collegato anche alla sua infanzia: “Non sono mai stato un personaggio da libro di Moccia, un pariolino. Vengo da Roma Sud: ero una zecca, sinistroide, scaciato, tutto canne, piercing. Sono cresciuto con i Clash”.

L’infanzia, Primo l’ha trascorsa in teatro, insieme alla madre: “Mia madre mi ha cresciuto da sola, doveva lavorare e voleva avermi con sé, quindi mi ha messo subito sul palco, anche muto. Recitava Medea e io ero lì a giocare con i pupazzetti, nascosto dalla scenografia… Passavo molto tempo con gli adulti, forse ero un bambino un po’ solo, ma non mi pesava”.

Crescendo, però, Primo è cambiato tanto: “Sono cresciuto in una casa di attori, di strilloni, dove tutto è vissuto con passionalità, dai turni per il bagno alle cose serie. Da quando vivo solo ho scoperto il valore del silenzio”.

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