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Pupo: “Sgarbi ha fatto flop perché non è un presentatore”

di Simone Morano

Pubblicato il 2011-05-23

Il programma di Vittorio Sgarbi è andato molto male perché non c’era un presentatore. A sostenerlo è Pupo, che nella consueta rubrica settimanale Dolce e un po’ salato che tiene ogni lunedì sul Quotidiano Nazionale sottolinea: A volte, soprattutto ultimamente, il ruolo del presentatore viene messo in secondo piano o meglio di pensa che chiunque …

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Pupo

Il programma di Vittorio Sgarbi è andato molto male perché non c’era un presentatore. A sostenerlo è Pupo, che nella consueta rubrica settimanale Dolce e un po’ salato che tiene ogni lunedì sul Quotidiano Nazionale sottolinea:

A volte, soprattutto ultimamente, il ruolo del presentatore viene messo in secondo piano o meglio di pensa che chiunque possa farlo. Il programma di Sgarbi forse avrebbe avuto un esito migliore se il critico d’arte, che ha messo in mostra anche in quella puntata di essere dotato di grandissima intelligenza e creatività, avesse fatto l’interlocutore o la guest star di un buon presentatore. Ecco, forse ci voleva proprio quello, un buon presentatore.

Pupo spiega, partendo dalla propria esperienza personale.

Io che provengo dalla musica so bene cosa significa inventarsi un altro mestiere. L’ho imparato sulla mia pelle, ho studiato e ho imparato, ho sbagliato, sono caduto e mi sono rialzato. Quando ho presentato Il malloppo, prima trasmissione in cui mi cimentavo come presentatore televisivo, ero teso, emozionato, mi sembrava di non essere in grado. E in effetti, rivedendo adesso quell’esperienza, mi rendo conto di quanti errori commettessi. Con il tempo e l’esperienza le cose sono migliorate, prima piano poi più velocemente.

Pupo conclude:

Ci sono delle strutture, dei fondamentali che il presentatore, come qualsiasi altro professionista, deve conoscere bene per saper mantenere il ritmo nel corso della diretta, aggiustare le situazioni che capitano senza che queste pesino sull’atmosfera del programma, seguire la scaletta, per far sì che il pubblico abbia l’impressione di un arricchimento, e non di una sciatteria.

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