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Piero Cassano, contro i talent show e gli interrogativi su Sanremo: “A votare sono le case discografiche?”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-11-21

“Le case discografiche sono diventate succursali della televisione, per questo non riescono ad entrare nei talent show cantanti e gruppi bravissimi e, sempre per la stessa ragione, ragazzi che vincono, come è il caso di Chiara ad ‘X Factor’, subito dopo fanno i testimonial della Tim. In sostanza, si parte dalla musica ma poi è …

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“Le case discografiche sono diventate succursali della televisione, per questo non riescono ad entrare nei talent show cantanti e gruppi bravissimi e, sempre per la stessa ragione, ragazzi che vincono, come è il caso di Chiara ad ‘X Factor’, subito dopo fanno i testimonial della Tim. In sostanza, si parte dalla musica ma poi è la tv la padrona vera e assoluta”, queste le parole ‘dure’ di Piero Cassano, compositore e produttore di tanti artisti famosi e dall’inizio uno dei capi saldi dei Matia Bazar rilasciate ad Adnkronos.

Insieme a Fabio Perversi e Nuccio Cappiello ha deciso di avviare una audizione nazionale “Fuori dai talent ma dentro la musica” che prende il nome di “Avivavoce”. Cassano ha quindi raccontato che gli artisti che ne hanno preso parte sono difficili da selezionare in quanto davvero bravi: “Tanti hanno provato a partecipare ai vari talent show restandone inspiegabilmente fuori”, ha quindi aggiunto Cassano.

Per poi proseguire: “Tanti ragazzi entrano, firmano contratti discografici, nella maggior parte dei casi con l’etichetta Bmg, e poi vengono abbandonati dopo qualche mese di tv senza che le stesse case discografiche consentano loro di esprimersi con un disco. Cosa che, a mio parere, accade perché probabilmente la casa discografica cerca, attraverso contratti di questo genere, di togliere persone valide ai propri concorrenti e, nel contempo, non mettere i bastoni fra le ruote agli artisti su cui sta puntando. Ne ho viste negli anni di case discografiche prendere emergenti sotto contratto per evitare che potessero competere con il loro artista del momento!”.

“Avevano ben ragione i Negramaro e i Modà. Non sono arrivati dai talent ed hanno dimostrato il loro valore avendo fiducia in produttori e discografici”. Cassano però, sembra avere delle incertezze anche per quanto riguarda l’organizzazione di Sanremo: “Il televoto del venerdì così come quello del sabato sera non mi tornano e non mi pare che dia voce ai giovani che sono, invece, il futuro della musica. Il televoto dovrebbe giungere attraverso gli sms, ma sappiamo bene che chi sta a casa la sera ha una fascia d’età poco incline a mandare sms e che i giovani, quelli che dovrebbero con la loro preferenza dare la linea del futuro, stanno nei pub e comunque fuori casa”.

Per concludere ponendosi una serie di interrogativi: “Ma insomma chi è che vota realmente? Non è che magari a votare sono i manager e le case discografiche? Non è che forse siamo di fronte a mere strategie di marketing?”.

E voi come la pensate? Siete d’accordo con Piero Cassano?

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