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Pierluigi Bersani, leader del Pd: Masi deve dimettersi

di Simone Morano

Pubblicato il 2010-10-28

Dopo la lettera inviata dai tre consiglieri d’opposizione del Consiglio d’Amministrazione Rai al Presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli, il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha invitato il direttore generale Mauro Masi a dimettersi, prendendo atto che la sua esperienza è finita. Scrive Bersani in una nota: Con la lettera di tre …

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Pierluigi Bersani

Dopo la lettera inviata dai tre consiglieri d’opposizione del Consiglio d’Amministrazione Rai al Presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli, il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha invitato il direttore generale Mauro Masi a dimettersi, prendendo atto che la sua esperienza è finita.

Scrive Bersani in una nota:

Con la lettera di tre consiglieri il caso Rai è arrivato a un punto di una gravità inaudita. Siamo davvero al capolinea. Per ripartire è necessario che l’attuale direttore generale, Mauro Masi, prenda atto che la sua esperienza è finita. E il Parlamento si faccia carico da subito di un provvedimento di riforma della governance del servizio pubblico.

Per il leader del Pd non c’è altro tempo da perdere, e ogni ritardo non fa altro che compromettere la situazione della tv pubblica.

Non è più il momento di temporeggiare. Qualsiasi ulteriore ritardo rischia di far precipitare la Rai in una crisi irreversibile. Non vogliamo che un bene collettivo come il servizio pubblico radiotelevisivo sia lasciato andare fuori controllo. La vicenda della Rai è l’ennesima dimostrazione che questo governo lascia marcire i problemi anziché affrontarli e risolverli.

Immediata arriva la replica di Paolo Bonaiuti, portavoce del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:

Siamo al capolinea, gravità inaudita, crisi irreversibile: sono i paroloni che tira fuori Bersani per bloccare qualsiasi cambiamento in Rai. E’ bastato toccare le vecchie fortezze edificate dalla sinistra in tanti anni di dominio assoluto sulla Rai per scatenare le ire del leader democratico, che ora teme i risultati positivi del lavoro del direttore generale. Niente di nuovo, è la solita, vecchia musica della sinistra.

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