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Patrizia Mirigliani denuncia il figlio: “Per salvarlo dalla droga”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2020-02-20

Patrizia Mirigliani si è raccontata su TPI, svelando di avere denunciato il figlio per poterlo salvare dalla droga. Il suo è un racconto drammatico di una madre che sta lottando in ogni modo per salvare la persona che più ama al mondo dalle dipendenze. Il dramma di Patrizia Mirigliani: “Ho denunciato mio figlio per salvarlo” …

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Patrizia Mirigliani si è raccontata su TPI, svelando di avere denunciato il figlio per poterlo salvare dalla droga. Il suo è un racconto drammatico di una madre che sta lottando in ogni modo per salvare la persona che più ama al mondo dalle dipendenze.

Il dramma di Patrizia Mirigliani: “Ho denunciato mio figlio per salvarlo”

Famosa per essere la “patron” di Miss Italia, Patrizia Mirigliani ha raccontato il dramma che la tormenta da 12 anni a questa parte. Dopo che Nicola si è affidato alla stampa, l’organizzatrice del concorso di bellezza più famoso del nostro paese, ha deciso – a sua volta – di replicare:

Ho denunciato mio figlio per salvarlo, è il più grande dolore della mia vita ma non avevo scelta. Sono dodici anni della mia vita che combatto, Nicola soffre di dipendenze, l’ho portato in sette comunità. Se sono arrivata al punto di denunciare mio figlio, è perché sono distrutta.

Nicola dovrà vivere come minimo a 400 metri di distanza da Patrizia per ordine del giudice. Metterà un braccialetto elettronico che ne annoterà gli spostamenti. Una misura indispensabile per la Mirigliani, il tentativo ultimo di impedirgli di farsi ancora del male:

Per una mamma denunciare un figlio è una cosa terribile. Io vorrei tanto che Nicola avesse una vita normale, una ragazza, una famiglia, è un dolore vedere un figlio che non trova una sua dimensione. Io spero che nessuno di un certa tv si nutra di questo gossip. La mia è una tragedia, se deve diventare pubblica che sia un messaggio per i genitori che come me vivono questo dramma: arrivati a questo punto di non ritorno denunciate per salvare i vostri figli.

Io ho dovuto denunciare Nicola per salvarlo, è pieno di mamme che sono costrette a farlo. Non avevo scelta. Non abbiamo scelta. Sono stata sola in una battaglia più grande di me. Ho sperato tanto in un bel finale, è stato in questi 12 anni il più grande sogno della mia vita. Chissà che questa, nel dolore più atroce, non sia una svolta.

La versione del figlio

Anche Nicola ha raccontato la sua versione:

Mia madre mi ha cacciato di casa, dicendo di farmi la mia vita. Ma lei non lo può fare, per legge mi deve mantenere fino ai 34 anni, non può lasciarmi così e io le farò una denuncia civile. Ora lei mi ha fatto tre denunce e ha chiesto a tutti quelli che mi conoscono di non aiutarmi. Io non nascondo i miei problemi con la droga, sono cominciati a 18 anni, adesso ne ho 31, in passato ho fatto qualche furtarello a casa, ma sono un bravo ragazzo e ora sono pulito. Venerdì sarò sentito dal giudice, spero mi toglieranno questo braccialetto. Mia madre ha fatto la cosa più brutta che si può fare a un figlio e voglio renderla pubblica, è imperdonabile.

Estorsione e minacce

Patrizia Mirigliani ha anche svelato di avere denunciato il figlio per estorsione e minacce:

Lui vuole che io lo mantenga a vita con i suoi vizi ma non lo accetto più, mio figlio deve stare bene e costruirsi un futuro. Questo magistrato ha capito la situazione insostenibile e ha attivato il codice rosso. A me è dispiaciuto del braccialetto elettronico, ma erano pressioni continue con urla e richieste di soldi, sono dodici anni che Nicola mi ruba a casa. Io e il padre siamo disperati, è la battaglia più devastante che abbia mai fatto.

Da quando aveva 18 anni l’ho portato in non so quante comunità, l’ultima due settimane fa, siamo andati da Don Gelmini. Ma lui esce e ogni volta mi manca il terreno sotto i piedi. Ho avuto un grave problema di salute due anni fa, io mi preoccupo, non voglio lasciare mio figlio nella società in questo modo. Ora il magistrato ha preso questa decisione ma con umanità, per aiutarlo, e io ho detto a Nicola: porta pazienza, vai da tuo papà a Trento, avrai un lavoro, sarai aiutato, ti toglieranno il braccialetto. Certo è che se non si cura, non gli do una lira. Ci faremo la guerra, non importa. Mi spiace che abbia chiamato i giornali perché ora questa è un’etichetta che mio figlio si porterà dietro per la vita.

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