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Morgan: ecco il testo de La Sera, “un pezzo d’altri tempi”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2010-02-12

Nonostante la sua assenza dal Festival di Sanremo, a noi sembrava ugualmente giusto menzionare il testo della splendida canzone che avrebbe dovuto presentare. Stiamo parlando di Marco Castoldi, in arte Morgan. Noi, in questa sede non staremo a ricordare le vicende che ne hanno fatto, di lui, un vero e proprio caso mediatico. Preferiamo, dunque, …

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Nonostante la sua assenza dal Festival di Sanremo, a noi sembrava ugualmente giusto menzionare il testo della splendida canzone che avrebbe dovuto presentare. Stiamo parlando di Marco Castoldi, in arte Morgan. Noi, in questa sede non staremo a ricordare le vicende che ne hanno fatto, di lui, un vero e proprio caso mediatico.
Preferiamo, dunque, concentrarci su “La Sera”, il brano da lui scritto, e come da lui stesso descritto,

Un brano d’altri tempi, un po’ alla Fred Buscaglione, ma con un’orchestrazione sinfonica, quasi ottocentesca.

Una canzone che parla inaspettatamente dell’amore romantico in modo ottimistico e positivo. Non a caso, il suo pessimismo, Morgan lo definisce un “pessimismo attivo”.

Morgan lo avevamo già visto in altre due precedenti occasioni sul palcoscenico dell’Ariston, e in merito, afferma:

Con il Festival ho un rapporto di amore e odio, perché al modello di eleganza e musicalità unisce la sfilata di lustrini.

A seguire, il testo de La sera.
S’apre la sera
vedi, s’avvera
Morbida svela e distende
la sua coperta nera
ecco la sera, bella la sera
la luce s’inchina
esce di scena
poi si nasconde tra i monti
scalderà altre genti
brucerà altri campi
e altri orizzonti
avanti, entri la sera
e noi siamo ancora qui
ma niente sembra uguale: con te
Con te si può parlare
disordinare il destino
rimandare il mattino
che il modo migliore è
consumare le pre facendo l’amore
Cade la sera
e il cuore s’ispira
mentre il cielo si oscura
buio a regalar le stelle
belle illusioni, sogni lontani
anche se per oggi abbiamo dato già abbastanza
tutte le nostre forze, tutti i fianchi e gli occhi
non siamo stanchi
e d’incanto l’identico istinto ci coglie
e con me ti fai trascinare via
Guarda la sera
scende sicura
apre la notte futura e
non infonderà paure
anzi ci invita a nuove avventure
e fin che resteremo insieme non morirò
e del tormento allora ci faremo un canto
tutto il tempo che resta, ogni sera la nostra festa.

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