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Luciana Littizzetto parla della fiction FuoriClasse e dei suoi anni da insegnante. “Io volgare? Di politica e religione non si può parlare”

di Laura Errico

Pubblicato il 2011-02-01

Dopo essere stata un’insengante per nove anni, ora Luciana Littizzetto, la comica di Che tempo che fa, interpreta proprio il ruolo di una professoressa nella fiction di RaiUno, FuoriClasse, della quale parla sul Tv, Sorrisi e Canzoni della passata settimana. Dopo aver riconosciuto che l’argomento della fiction non è originalissimo, dato che la scuola è al centro di …

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Dopo essere stata un’insengante per nove anni, ora Luciana Littizzetto, la comica di Che tempo che fa, interpreta proprio il ruolo di una professoressa nella fiction di RaiUno, FuoriClasse, della quale parla sul Tv, Sorrisi e Canzoni della passata settimana.

Dopo aver riconosciuto che l’argomento della fiction non è originalissimo, dato che la scuola è al centro di molte fiction, ha spiegato che il “focus” di Fuori Classe è:

Sulla scuola pubblica, che è la vera protagonista della storia, con tutte le esistenze che le si muovono dentro, a cominciare da quella della protagonista, che si divide fra l’attività di insegnante e una vita privata non facile, con un marito che l’ha lasciata per una donna più giovane e un figlio adolescente con il quale il rapporto non è idilliaco.

Che ricordo ha Luciana Littizzerro degli anni dedicati all’insegnamento?

Bello. Insegnavo in scuole di periferia, complicate. Per me, giovanissima, che avevo studiato dalle suore, all’inizio fu uno shock. Chiedevo a un ragazzino se avesse portato il flauto e quello mi rispondeva con un’allusione sconcia. O più semplicemente alle mie domande spesso rispondevano “ma che m… vuoi?”.

Girare la fiction di RaiUno non è stato facile per la comica, in primis perchè lei si considera una da Cotto e Mangiato alla Parodi e quindi si sentiva come in galera durante i vari mesi sul set; in secundis perchè hanno girato le scene invernali d’estate e viceversa.

Infine la donna ha risposto a coloro che la considerano volgare.

Un po’ hanno ragione, ma la mia volgarità non è mai gratuita, ma sempre costruita e funzionale al “pezzo”. Inoltre, e non è per cercare giustificazioni, molte delle cose che vedo in tv sono ben più volgari delle mie. E poi mettetevi nei panni di noi comici: di politica non puoi parlare altrimenti ti querelano, di religione neppure altrimenti scoppia un guaio, di temi sociali d’attualità idem. Alla fine ti restano solo il Walter e la Iolanda.

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