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Le Invasioni Barbariche, la storia di Giusy Versace donna e atleta coraggio – FOTO

di Francesca Tordo

Pubblicato il 2013-03-07

Una delle ospiti della puntata di ieri de Le Invasioni Barbariche, la trasmissione condotta su La7 da Daria Bignardi, è stata Giusy Versace, nipote di Gianni e Santo Versace, la donna che qualche anno fa, a 28 anni, fu vittima di un brutto incidente che le ha tranciato le gambe al ginocchio. La sua esperienza, …

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Una delle ospiti della puntata di ieri de Le Invasioni Barbariche, la trasmissione condotta su La7 da Daria Bignardi, è stata Giusy Versace, nipote di Gianni e Santo Versace, la donna che qualche anno fa, a 28 anni, fu vittima di un brutto incidente che le ha tranciato le gambe al ginocchio. La sua esperienza, Giusy l’ha raccontata all’interno di un libro di prossima uscita, dal titolo Con la testa e con il cuore si va ovunque. La storia inizia proprio dal giorno del suo incidente; narra dei presentimenti avuti, fino a quel giorno del 22 agosto. Giusy all’epoca lavorava per una grande casa di moda e quel giorno un suo cliente la chiamò per un’emergenza. “Il presentimento è stato pesante, sentivo come una voce dentro che mi diceva non partire, non lo fare, però lì per lì non pensi che sta per succedere qualcosa”, ha raccontato la ragazza nel corso dell’intervista.

La notte precedente all’incidente, ha raccontato ancora Giusy, aveva fatto un sogno carico d’ansia nel quale correva e scappava, senza sapere da chi o da cosa: “Mi trovavo in questa scalinata enorme, in salita, un po’ in curva. Alla fine dei gradini sono inciampata e il corrimano in acciaio si è trasformato in una lama che nel sogno mi ha tranciato le braccia”. Il viaggio, l’acquazzone, l’incidente. Tutto impresso nella mente della donna che ha dimostrato anche nel corso dell’intervista un coraggio fuori dal comune.

“Non ho realizzato immediatamente di aver perso le gambe perchè era un dolore così diffuso, così forte che sentivo solo tanto calore, bruciore. Inizialmente ho pensato che sarebbe esplosa la macchina e che sarei morta lì. Il mio pensiero era avvisare i miei genitori che io ero dentro quella macchina”, ha raccontato, ricordando i particolari dell’incidente. “In quel momento credo che la voglia di vivere abbia prevalso sulla voglia di morire. Io non volevo morire lì, in quel momento, in quel modo. Se perdevo i senti avrei perso il controllo di tutto”.

E’ stata lei stessa a tirarsi fuori dall’automobile, nonostante il guardrail le avesse praticamente tranciato le gambe: “Io credo che quel giorno qualche angelo mi abbia veramente guidata perchè razionalmente, pensandoci, ho fatto delle cose davvero assurde”. Ha pregato tanto, fino all’arrivo di Salvatore “uno degli angeli”, che ha subito avvertito l’elisoccorso ed in sette minuti è stata condotta all’ospedale di Cosenza.

Nel libro, Giusy parla dell’incidente terribile, ma anche della sua vita dopo l’incidente, della sua rinascita sulle sue nuove gambe che l’hanno portata a diventare una campionessa di atletica, non senza i primi drammatici momenti, in cui sentiva (e ha confessato di sentirli anche nel corso dell’intervista) formicolii e dolori ai piedi ed alle caviglie, pur non avendoli più. La confidenza con il nuovo corpo e la capacità di apprezzare il presente, “il dono dell’oggi”, come lo ha definito la ragazza.

In un filmato, abbiamo visto la nuova vita di Giusy: “Ho scoperto quanto amavo correre quando ho perso le gambe”. Poi il racconto delle difficoltà di tutti i giorni nell’essere “sospesa” su due corpi estranei. Ma la nuova Giusy è apparsa vincenti forse anche più della “vecchia”.

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