Lamberto Sposini, ritardi nei soccorsi: la famiglia porta la Rai in tribunale

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Sono passati quasi tre anni da quel tragico giorno di aprile del 2011, quando il giornalista e conduttore de La Vita in Diretta, Lamberto Sposini, fu colto da malore poco prima di entrare in studio. Tanta la preoccupazioni di amici, colleghi ed estimatori del bravo giornalista che fu vittima di una brutta emorragia cerebrale che lo porto al coma e, successivamente, ad un lungo e doloroso percorso riabilitativo, ancora in corso. A riaccendere i riflettori su Sposini, è il settimanale Panorama, ripreso anche dal quotidiano Libero, secondo il quale Lamberto e la sua famiglia sono pronti a trascinare la Rai in tribunale.



Tante le domande della famiglia di Sposini che, giustamente, vorrebbe comprendere cosa accadde quel maledetto giorno del malore e, soprattutto, come si svolsero le operazioni di soccorso. I medici della Rai avevano pienamente chiara la situazione in cui versava Sposini al momento del malore? Avevano compreso la gravità? E soprattutto, il ritardo nelle operazioni di soccorso ha avuto un peso sulla salute dello stesso giornalista?

Queste domande, dal 19 dicembre dello scorso anno attendono una risposta dal giudice del lavoro di Roma. A finire sotto accusa, i due medici che per primi prestarono soccorso al conduttore, il coordinatore del servizio sanitario della Rai e la stessa azienda Rai. A volere aprire un’azione legale è stata la figlia del giornalista, Francesca Sposini, intenzionata ad avere risposte circa ciò che davvero accadde quel 29 aprile 2011 a suo padre.



La famiglia di Sposini, infatti, denuncia un ritardo nei soccorsi: l’ambulanza del 118 giunse in via Teulada con ben 40 minuti di ritardo e, come si legge su Panorama, il medico della Rai avrebbe dato i primi soccorsi circa “un quarto d’ora dopo il malore del giornalista”. Proprio quest’ultimo, stando a quanto riferito dalla famiglia di Sposini, era un odontoiatra.

L’avvocato d’Amati, inoltre, sottolinea come il rapporto esistente tra la Rai e Sposini lo porterebbe ad essere equiparato ad un dipendente.



La Rai, dal canto suo, respinge ogni accusa di negligenza a suo carico, negando l’esistenza di un rapporto di dipendenza e definendo corretto l’intervento medico. Una perizia medico-legale di parte, infatti, avrebbe confermato come ciò che è accaduto a Sposini non poteva comportare un intervento chirurgico prima di quattro ore.

Mentre il giudice del lavoro si occuperà della causa che vede la famiglia di Sposini contro la Rai, il giornalista continua a piccoli passi il suo lungo e faticoso ritorno alla vita.