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La Scimmia ci presenta la scuola in TV: la superficialità di un progetto per giovani

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2012-10-06

Mi piacerebbe poter iniziare questo pezzo scrivendo “Ho appena visto qualcosa di bello in TV”, ma purtroppo per voi (e anche per me) non posso davvero farlo. Sono sincera, lo sapete. Come sapete anche che quella che state per leggere è solo l’opinione di una blogger, di una donna che scrive per passione. Niente tesserini quindi, …

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Mi piacerebbe poter iniziare questo pezzo scrivendo “Ho appena visto qualcosa di bello in TV”, ma purtroppo per voi (e anche per me) non posso davvero farlo. Sono sincera, lo sapete. Come sapete anche che quella che state per leggere è solo l’opinione di una blogger, di una donna che scrive per passione. Niente tesserini quindi, solo la mia opinione sincera, diretta e immediata.

Oggi pomeriggio ho visto, su Italia 1,“La Scimmia”. Una sorta di docu-fiction (così ha fatto comodo a qualcuno chiamarla) che porterà alcuni ex studenti verso il diploma. Ovviamente non oggi (anche se, visto l’andazzo surreale fino al più oscuro imbarazzo, tutto è possibile), ma a giugno, quando, tutti i ragazzini, chi più chi meno, si saranno fatti un mazzo tanto per prendersi un pezzo di carta che li orienterà verso un futuro roseo di disoccupazione, università prive di organizzazione e lavoro a nero. Va bene, la smetto di infondervi il mio sano ottimismo (realismo).

Ma torniamo pure al programma, composto al momento da 16 ragazzini problematici (addirittura due di loro non parlano con i genitori) dalla lacrima facile. Giusto perché in TV mancavano finte scuole, con finti insegnanti (attori, presentatori e musicisti bazzicano in zona come se non ci fosse un domani) e finti alunni, ecco arrivare La Scimmia. Una specie di residence dove si dorme insieme, si mangia insieme e si studia l’educazione civica mentre il professore in un angolo si affibbia da solo il ruolo di Vigile Urbano.

Tra amorazzi che nascono: “Te lo scrivo su WhatsApp” (sapete, la privacy) e presentatori insopportabili (Niccolò Torielli ti fa venire l’ansia esattamente dopo 15 secondi netti) questo progetto fa acqua da tutte le parti. Non è giusto fare credere ai ragazzi da casa, che la cultura può insegnarla la TV grazie alla collaborazione di finti professori (o quasi), e volete sapere perché? E’ troppo semplice! E’ tutto vergognosamente semplice e superficiale. Io mi aspetto orde di ragazzini a giugno, bocciati dopo la maturità esclamare: “Tanto l’anno prossimo vado in TV, lo prendo lì il diploma”.

Questo è sbagliato quanto diseducativo. In più, mi domando: Ma perché i programmi per giovani vengono mandati in onda sempre di sabato pomeriggio? A quell’ora i ragazzetti sgambettano in centro non sono stravaccati sul divano.

In ultimo, giusto per la cronaca, perché so che ci tenete, dopo Checco Zalone (e la sua omofobia latente) i prossimi ospiti saranno I Soliti Idioti. Del resto, dopo un co*****e raddoppiano pure la dose.

Bocciati, tutti quanti.

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