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La favola di Cenerentola interrotta dallo spot di Porta a Porta. Le critiche dell’Osservatorio sui diritti dei minori

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2010-12-09

Lo scorso 7 settembre, la prima rete Rai ha voluto allietare i propri telespettatori, sfoggiando in prima serata (e in priva tv, in HD) uno dei classici dell’animazione Disney, Cenerentola, aprendo così le danze ai buoni sentimenti, collocandola in perfetto clima prenatalizio dove tutti iniziano ad essere più buoni. Telespettatori compresi, che hanno così deciso …

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Lo scorso 7 settembre, la prima rete Rai ha voluto allietare i propri telespettatori, sfoggiando in prima serata (e in priva tv, in HD) uno dei classici dell’animazione Disney, Cenerentola, aprendo così le danze ai buoni sentimenti, collocandola in perfetto clima prenatalizio dove tutti iniziano ad essere più buoni. Telespettatori compresi, che hanno così deciso di premiare l’indimenticabile favola a lieto fine, facendo incassare a RaiUno ben 7.168.000 telespettatori, pari al 26,58% di share. Ottimo risultato, se si tiene conto dello zampino del digitale che, negli ultimi tempi ha fatto stragi di auditel sulle reti generaliste.

Ciò che tuttavia ha fatto discutere, subito dopo la fine delle danze di Cenerentola, è stato lo spot pubblicitario che ha fatto seguito e che anticipava la successiva messa in onda del programma di Bruno Vespa, Porta a Porta, con una nuova puntata interamente dedicata alla scomparsa della tredicenne Yara Gambirasio e alla morte di Sarah Scazzi.

Un alone di inquietudine ha dunque spezzato la favola momentaneamente interrotta, schiacciata proprio con parole che suonavano all’incirca in questo modo: se molte ragazzine al momento si stanno commuovendo di fronte alla favola di Cenerentola, per altre la vita è stata interrotta, proprio come nei casi di Yara e Sarah.

Ovviamente, lo spot non è passato inosservato non solo ai tanti genitori e alle tante ragazzine intente a sognare di fronte ad uno dei rari casi di intrattenimento televisivo destinato all’intera famiglia, ma anche all’Osservatorio per i diritti dei minori, che ha tuonato, per bocca del presidente dell’associazione, Antonio Marziale:

Non è ammissibile che una delle sempre più rare occasioni di intrattenimento dedicate ai bambini e alle famiglie debba essere funestata da uno spot inquietante, intitolato “Chi protegge i nostri figli?”, un condensato di pochi secondi ad effetto in grado di generare apprensione tra i minorenni e gli adulti intenti a seguire il capolavoro disneyano.

La replica del giornalista e conduttore Vespa, tuttavia, non si è fatta attendere:

Siamo stati sempre molto vicini alle posizioni dell’Osservatorio sui diritti dei minori, ma stavolta riteniamo non giustificato l’allarme del presidente Marziale. Proprio perché sapevamo di essere ascoltati da un pubblico particolarmente sensibile abbiamo accuratamente evitato ogni riferimento forte alle vicende che hanno coinvolto Yara e Sarah. Il titolo dello spot era: ‘Come difendere i nostri figli’. E questo purtroppo è un tema all’ordine del giorno di tutte le famiglie con figli pre-adolescenti e adolescenti che hanno visto abbassarsi in modo inatteso le soglie di sicurezza verso limiti sempre più difficilmente gestibili. Un tema squisitamente da servizio pubblico, sul quale, come accaduto già in passato, saremo lieti di coinvolgere lo stesso presidente Marziale.

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