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La bellezza e l’inferno secondo Saviano. La bellezza e l’inferno di Saviano

di Valeria Panzeri

Pubblicato il 2009-11-12

Roberto Saviano, giornalista, scrittore, uomo mediatico. Già, Roberto Saviano dichiara il suo status esplicitamente, lui si sente mediatico, e per questo ringrazia anche, perché senza i mass media non potrebbe avere l’eco che necessitano i suoi contenuti. Che strano paradosso: si ingrossano le fila di artisti che, dopo aver mosso i primi passi in televisione, …

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Roberto Saviano, giornalista, scrittore, uomo mediatico. Già, Roberto Saviano dichiara il suo status esplicitamente, lui si sente mediatico, e per questo ringrazia anche, perché senza i mass media non potrebbe avere l’eco che necessitano i suoi contenuti. Che strano paradosso: si ingrossano le fila di artisti che, dopo aver mosso i primi passi in televisione, si affrettano ad insabbiare le proprie origini, in quanto non suona molto sofisticato, e poi dall’altra parte lui.

Intelligente, quasi filosofo con i suoi spunti di sartriana memoria circa l’inferno e la bellezza, lui che è sceneggiatore per Garrone, regista con una sensibilità per l’immagine quasi pittorica, lui che dal palco del Piccolo Teatro di Milano, un’istituzione storica e culturale, fa il suo monologo. Lui che è spesso in televisione a ricordare che i suoi nemici non hanno paura di lui, bensì di tutti coloro che potrebbero ascoltarlo, di tutti gli occhi che possono vederlo. Però la faccia ce la mette Saviano, sempre e solo Saviano, la moltitudine di gente che lo applaude e lo stima può godere dell’oblio, apprezzare a distanza proseguendo la propria esistenza.
Roberto Saviano che racconta di essere arrivato ad odiare quel suo libro, dice a Fazio che spesso osserva quella copertina e la detesta in quanto gli ha dato molto ma, di convesso, si è portata via tutto. Quel tutto è la sua vita tramutatasi in non vita, da tre anni ormai, quel tutto sono gli amici di sempre che hanno avuto paura e sono scomparsi, rimpiazzati da nuovi amici: la sua scorta.
Per tanto tempo mi sono chiesta il perché. Insomma ma chi gliel’ha fatto fare di mettere in scacco la propria libertà per mandare avanti la verità? Ed è una domanda orribile, da vigliacca, una domanda tipica di chi guarda solo al proprio orticello miserrimo e non cambierà di certo il mondo.

E mi sento indegna ora a scrivere di lui dopo averlo visto a Che tempo che fa, dopo averlo ascoltato tante volte da lontano. Roberto Saviano è la sintesi sublime di una dignità compassata rosa dal dolore. Può bastare, mi chiedo, la profonda stima di un intero Paese a compensare la perdita della propria vita? Perché Saviano ha paura di vivere così, nella non vita, ma soprattutto dichiara che la cosa che teme di più è quella di perdere la propria credibilità. Ha paura di non poter più parlare, ancora, nonostante tutto.
Indimenticabile è quel frame passato più volte in televisione che inquadra una panchina dove qualcuno ha scritto Saviano merda. Io capisco chi ha paura, non me la sento proprio di ergermi a giudice davanti a una madre che consiglia al figlio di farsi i fatti propri e tacere…per permettergli di vivere, come poi non si sa.

Esiste un film-documentario illuminante in merito, si chiama In un altro Paese, ecco io mi ricordo un pezzo in particolare di questa pellicola dove veniva mostrato un filmato originale in cui, durante un notissimo processo che vedeva implicati potentissimi boss mafiosi, una madre, alla quale queste persone avevano ucciso il figlio, era chiamata a testimoniare. La signora, sul banco degli imputati, a domanda precisa “Queste sono le persone che hanno ucciso suo figlio” finge di non capire e risponde “Mio figlio non me l’ha ucciso nessuno, è ancora qui con me”.

Tanta gente muore per un ideale senza che le cose cambino mai, cosa ci resta dunque da fare, scavarci una piccola tana e metterci al sicuro? E’ una possibilità, è una scelta che si può fare, oppure no.

Saviano ieri sera da Fazio ha parlato della bellezza, l’unica cosa che può sottrarre terreno all’inferno. Ebbene in Roberto Saviano c’è tanta di quella bellezza da dimenticarsi qualsiasi inferno; la bellezza della letteratura, la bellezza della verità, la bellezza del coraggio, la bellezza della sobrietà nel raccontare i dolori e le frustrazioni di una scelta di vita tanto scomoda. Roberto Saviano è un ragazzo bellissimo ed io mi incanto ad ascoltarlo ogni volta perché la sua bellezza mi tiene lontana dall’inferno.
Cancellate la scritta su quella panchina, è ora di cominciare a levarsi il cappello al cospetto degli uomini valorosi mentre combattono, non aspettiamo che siano i libri di storia a tributare loro la credibilità che meritano.

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