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Il ritorno di Ballarò

di Davide Longo

Pubblicato il 2010-09-15

Torna in grande stile uno dei pochi programmi di approfondimento giornalistico presenti in Italia. In apertura ieri sera abbiamo potuto vedere un Maurizio Crozza in splendida forma attaccare destra, centro e sinistra senza lesinare battute anche cariche di una certa volgarità, componente essenziale di una satira che si rispetti. La domanda centrale, proposta all’inizio del …

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Torna in grande stile uno dei pochi programmi di approfondimento giornalistico presenti in Italia. In apertura ieri sera abbiamo potuto vedere un Maurizio Crozza in splendida forma attaccare destra, centro e sinistra senza lesinare battute anche cariche di una certa volgarità, componente essenziale di una satira che si rispetti. La domanda centrale, proposta all’inizio del programma, è stata la seguente: C’è una maggioranza efficiente, in grado di governare? Esiste un’alternativa? Subito si è scatenata la solita bagarre politica, che ha sollevato mille questioni, dal nucleare alla mancata assegnazione del Ministero allo Sviluppo Economico, incarico assunto ad interim da Silvio Berlusconi ma ancora vacante. Non si è giunti, come di consueto, ad alcuna conclusione effettiva. Ottimi invece i servizi proposti da Floris e realizzati dal suo staff. Apprezzabili anche i sondaggi quanto mai precisi dell’IPSOS di Nando Pagnoncelli.
Ma andiamo ad analizzare più da vicino i singoli protagonisti della serata di ieri.

Maurizio Lupi: deputato del centrodestra berlusconiano, nonché coordinatore territoriale del PDL, ha lo straordinario vizio di prendere appunti in modo ossessivo mentre parlano gli altri. Il risultato? Si ricorda una cosa detta ma ne tralascia dieci, perdendo conseguentemente il filo del discorso. Iscritto a CL, la setta religiosa cattolica largamente diffusa nel Nord Italia. Lo salutiamo con un doveroso Arf, Arf!

Nichi Vendola: deve il suo nome al presidente russo Nikita Kruscev. Nonostante i lobi delle orecchie particolarmente lunghi, ci sente benissimo e non ci sta a farsi dare dello stalinista da Sallusti, tanto da prendere le distanze dal dittatore sovietico rinnovando la sua stima personale nei confronti di Carlo Giuliani, assassinato da un proiettile esploso dal carabiniere Mario Placanica nel 2001.

Anna Finocchiaro: senatrice del Partito Democratico, parla più che altro dei problemi del Sud, allontanandosi progressivamente dal tema del programma.

Fabio Granata: deputato del gruppo Futuro e Libertà, finiano, post-fascista in quanto aderente al Movimento Sociale Italiano prima, e ad AN poi. Ora in prima linea nella lotta alla mafia, forse dimentica di essere stato assessore ai beni culturali tra il 2001 e il 2004 in Sicilia nella giunta di Cuffaro, politico dell’UDC implicato in fatti di mafia. Lo abbiamo sentito ieri sera criticare Silvio Berlusconi: forse anche in questo caso dimentica di aver fatto parte per anni della maggioranza che ancora oggi sostiene il Premier plurimputato. Questi finiani devono avere problemi di memoria.

Pierferdinando Casini: leader dell’UDC, la contraddizione vivente: è contro i pacs ma lui, in quanto parlamentare, gode del riconoscimento della coppia di fatto; organizza il family day ma è divorziato due volte; il suo partito è sia di centrodestra che di centrosinistra, dipende dalla regione. Per pietà dei lettori preferiamo non continuare.

Alessandro Sallusti: vicedirettore del Giornale di Paolo Berlusconi. E anche giornalista, a quanto pare. Sta di fatto che assomiglia terribilmente ai vampiri di Blade II.

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