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I vescovi contro la Rai: “La sensibilità e il buon gusto sono saltati. E questo sarebbe servizio pubblico?”

di Simone Morano

Pubblicato il 2010-10-31

I vescovi italiani non nascondono il proprio sdegno nei confronti di quello che viene definito l’”ottobre nero” della Rai. Avvenire, il quotidiano della Cei, in un articolo a firma di Umberto Folena elenca la serie di episodi che hanno caratterizzato gli ultimi giorni della tv pubblica. Si inizia il 6 ottobre con l’annuncio della morte …

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Avvenire si è scagliato contro la Rai

I vescovi italiani non nascondono il proprio sdegno nei confronti di quello che viene definito l'”ottobre nero” della Rai. Avvenire, il quotidiano della Cei, in un articolo a firma di Umberto Folena elenca la serie di episodi che hanno caratterizzato gli ultimi giorni della tv pubblica.

Si inizia il 6 ottobre con l’annuncio della morte di Sarah Scazzi in diretta televisiva a Chi l’ha visto?.

L’audience schizza alle stelle e apre la strada a un tele-cannibalismo ansioso di particolari macabri e morbosi: da quel momento ci si tuffano tutti, a partire dalle star del servizio pubblico.

Il 26 ottobre è la volta di Terra ribelle.

All’improvviso, tra butteri maremmani e perfide contesse vengono piazzate ben due dettagliate scene di sesso bollente e uno stupro violento. Il tutto in piena fascia protetta.

Il 27 ottobre, infine, l’episodio di cui abbiamo parlato ieri: le bestemmie a Blob.

Un pugno nello stomaco […] Frasi irripetibili sulla Chiesa, sui preti e persino su Gesù Cristo, oltre a una serie di insulti razzisti orrendi.

Spiega Folena nell’articolo:

La fascia protetta è ormai saltata, insieme a buon gusto e sensibilità. Blob non si è sentito minimamente in dovere di rispettare le regole. Le regole del buon gusto e del buon senso, la regola che ti dice: rispetta sempre la sensibilità della gente, non offenderla mai gratuitamente.

Blob, conclude,

mercoledì sera l’ha fatta fuori dal vaso. Non ha compreso che chiunque deve porsi un limite. Chiedere scusa sarebbe il minimo. Non lo farà, purtroppo, per l’eccessiva considerazione che ha di sé.

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