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Glob: Bertolino dice addio

di Davide Longo

Pubblicato il 2010-06-19

Tira ancora aria di chiusura nei corridoi Rai. Dopo il 4 luglio, infatti, anche Glob, il programma di Enrico Bertolino, scompare così per magia dal palinsesto della nuova stagione televisiva. Il conduttore, in una intervista al “Fatto Quotidiano” ha così dichiarato: Volete Glob? Bene. Volete altro? Arrivederci. Un minimo di astinenza dalla televisione fa bene: …

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Tira ancora aria di chiusura nei corridoi Rai. Dopo il 4 luglio, infatti, anche Glob, il programma di Enrico Bertolino, scompare così per magia dal palinsesto della nuova stagione televisiva.
Il conduttore, in una intervista al “Fatto Quotidiano” ha così dichiarato:

Volete Glob? Bene. Volete altro? Arrivederci. Un minimo di astinenza dalla televisione fa bene: farò teatro. E poi c’è internet, lassù o laggiù siamo davvero liberi da condizionamenti.

Come si può dare torto al comico milanese che conduce un programma con un buon ascolto e che non costa praticamente nulla alla Rai? Più che un licenziamento favorevole all’azienda, a noi sembra più un atto di repressione.
È del nostro parere anche lo stesso conduttore, che ha dichiarato:

La satira è la valvola di sfogo di un paese democratico. Noi ci sfoghiamo poco e qualcuno ha manie di repressione.


La satira: che fine ha fatto in Italia? Dove sono i Luttazzi, i Dario Fo, i Guzzanti, i Paolo Rossi? Evaporati, chi per mezzo dell’oscuramento dalle reti pubbliche, chi tramite denunce miliardarie, chi per mezzo di vere e proprie intimidazioni o Diktat Bulgari. Ma in una democrazia che si rispetti, la satira ha proprio il ruolo di porre l’attenzione del pubblico sui costumi vetusti degli stessi cittadini, come la religione, e di criticare la politica che altrimenti non avrebbe altro mezzo di controllo che i giornali.
Ma i giornali il politico-imprenditore di turno se li può comprare. Comprare un autore satirico è leggermente più difficile.

Qual è il pericolo, dunque, che corre una società che viene privata della satira? Il non poter più parlare, l’essere lobotomizzati al servizio dei poteri forti o semplicemente assoggettati a una stampa di regime, insomma il non discutere, il non pensare. In Corea del Nord la satira non esiste. Non esiste nemmeno in Italia.
Allora vedo un parallelo, e mi chiedo: è l’unico collegamento sussistente, questo?

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