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Giulia Salemi, appello per Cecilia Sala: le parole sull’Iran

Emanuela Longo 28/12/2024

Giulia Salemi lancia un appello per riportare a casa Cecilia Sala.

Anche Giulia Salemi ha fatto sentire la sua voce in favore di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata a Teheran, in Iran. Ad oggi non sono ancora chiare le accuse, mentre la famiglia, la Farnesina ed il governo italiano sono al lavoro per riportarla il prima possibile a casa.

Giulia Salemi

Giulia Salemi e l’appello per Cecilia Sala

In un lungo post social, Giulia Salemi ha voluto lanciare un appello per Cecilia Sala, parlando anche dell’Iran, suo paese di origine. Ecco le sue parole:

Sono sgomenta e addolorata nel leggere dell’arresto di Cecilia Sala in Iran, un Paese che porto nel cuore per le mie radici, ma che anche oggi ci ricorda quanto sia difficile essere donna e libera. Cecilia è una giornalista coraggiosa, che ha scelto di raccontare le storie di chi spesso non ha voce, portando luce in una realtà fatta di ombre e silenzi.

Non la conosco personalmente, ma la seguo e la stimo molto attraverso il suo podcast. Il suo lavoro rappresenta un esempio per chi crede che raccontare storie di vita e verità sia un dovere, anche quando è scomodo.

Non possiamo restare indifferenti. Quanto accaduto non è solo una ferita per chi crede nella libertà di stampa, ma una ferita al cuore di tutte le donne e di chiunque creda nella libertà di espressione.

Confido nelle istituzioni italiane e nell’operato dell’ambasciatrice italiana a Teheran, una donna, Paola Amadei.

Condividete e fate sentire la vostra voce. Cecilia non deve essere lasciata sola. Usiamo i social per amplificare il suo messaggio e ricordare al mondo che il suo lavoro è una speranza di libertà per tutti noi.

#FreeCeciliaSala  #FreeCecilia

Le parole di Mario Calabresi

Nel frattempo, in una intervista al Corriere della Sera di questa mattina, ad intervenire è stato anche Mario Calabresi, direttore di Chora media, dal 19 dicembre in apprensione per le sorti della giornalista.

Calabresi ha spiegato come è andata:

Questo era un viaggio a cui Cecilia teneva molto. Era tanto tempo che aveva chiesto il visto. Voleva tornare a Teheran — città che ha raccontato anche nel suo libro, L’incendio (Mondadori) —,  perché voleva vedere com’è oggi. Voleva rivedere le ragazze iraniane. Lei ha molte amiche lì. Il fatto che le avessero concesso un visto di otto giorni, tra l’altro con la possibilità anche di estenderlo, l’aveva molto tranquillizzata. Aveva condiviso con le autorità gli incontri e le interviste che avrebbe fatto. Aveva un fixer dato dall’ambasciata.

A quel punto però, sono iniziate le preoccupazioni:

Non è una persona che manda in ritardo, nemmeno quando era in Ucraina, nei momenti più difficili sul fronte. Se non era in grado di mandare, avvisava. Quel non invio per noi è stato subito motivo di allarme.

Il cellulare di Cecilia Sala risultava spento, né ha mai preso il volo del giorno seguente per tornare in Italia. Da lì, l’allarme alla Farnesina.

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