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Franco Di Mare: “Ho rischiato la vita in Israele, poi ho smesso di fare l’inviato di guerra per mia moglie”

di Simone Morano

Pubblicato il 2011-01-09

Da anni ormai è uno dei volti che accogliamo nelle nostre case all’inizio della giornata, conduttore di Uno Mattina. Ma nel passato di Franco Di Mare c’è anche una lunga esperienza come inviato di guerra. E’ stato lo stesso giornalista, in un’intervista al settimanale Grand Hotel, a raccontare il motivo per cui la vita “sul …

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Franco Di Mare

Da anni ormai è uno dei volti che accogliamo nelle nostre case all’inizio della giornata, conduttore di Uno Mattina. Ma nel passato di Franco Di Mare c’è anche una lunga esperienza come inviato di guerra.

E’ stato lo stesso giornalista, in un’intervista al settimanale Grand Hotel, a raccontare il motivo per cui la vita “sul fronte” è terminata:

Ho smesso di fare l’inviato di guerra per mia moglie Alessandra. A un certo punto ho letto nei suoi occhi la paura di perdermi, cosa che non avevo mai notato. Lei era stata brava a lasciarmi compiere le mie esperienze, ma soffriva in silenzio. Era il 2003: stavamo guardando il telegiornale quando diedero la notizia dell’uccisione di due cronisti, che peraltro conoscevo molto bene. Mia moglie allora disse: Povera gente, chissà come staranno i familiari. Lì mi fermai a guardarla, e capii quanta angoscia le avevo dato. Compresi che era arrivato il momento di fermarmi.

In effetti, nella sua carriera, Di Mare qualche rischio lo ha corso:

Nel 2001 fui ferito in Israele, e dovetti essere sottoposto a un’operazione alla schiena. Quella volta rischiai di rimanere sulla sedia a rotelle. In generale, gli inviati di guerra sono continuamente minacciati e perseguitati. In Bosnia, per esempio, non dovevamo rivelare di essere giornalisti, altrimenti ci avrebbero colpito.

Ora con la conduzione di Unomattina, tutto è molto più semplice.

Anche se devo ammettere che i primi tempi qualcuno mi guardava con un po’ di spocchia, non potevano capire come potessi essere passato dalla guerra a un programma leggero. Ma io sono contento così.

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