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Fedez e il tumore, cure e rischio recidive: parla il chirurgo che lo ha operato

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2022-04-02

Dopo essere stato operato per rimuovere il tumore al pancreas che gli era stato diagnosticato, Fedez è tornato a casa riprendendo, poco alla volta, le abitudini di un tempo. Una serenità che sembrava perduta nelle ultime settimane ma che ha ritrovato grazie soprattutto all’amore dei suoi figli e della moglie Chiara Ferragni. Fedez e il …

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Dopo essere stato operato per rimuovere il tumore al pancreas che gli era stato diagnosticato, Fedez è tornato a casa riprendendo, poco alla volta, le abitudini di un tempo. Una serenità che sembrava perduta nelle ultime settimane ma che ha ritrovato grazie soprattutto all’amore dei suoi figli e della moglie Chiara Ferragni.

Fedez e il tumore: Parla il professor Falconi

Il suo percorso di guarigione però, potrebbe essere ancora molto lungo. A renderlo noto è stato il chirurgo che ha operato Fedez lo scorso 22 marzo, per sei ore, asportando il tumore neuroendocrino al pancreas. A Repubblica.it, il dottor Massimo Falconi ha spiegato l’importanza del messaggio dato dal rapper:

Questo fatto ha avuto una grande risonanza mediatica. Ma ha anche dato speranza a tante persone. E dimostrato l’importanza di una diagnosi precoce.

Il rischio maggiore in caso dei Net (Neuroendocrine Tumors) è quello di una recidiva. Ma cosa attenderà adesso a Fedez? Naturalmente con l’operazione non sarà tutto terminato ma ad attenderlo saranno ora una serie di esami ulteriori e periodici. Spiega il professore:

In generale, il percorso di cura di queste neoplasie non si esaurisce mai con il solo intervento chirurgico: i controlli, nel tempo, sono e rimangono fondamentali. La loro frequenza varia a seconda della ‘cattiveria’ che il tumore dimostra sulla base dell’esame istologico e di alcuni parametri patologici. Ma non solo: per esempio, sappiamo che un Net ‘funzionante’ (che produce ormoni, ndr) come l’insulinoma del pancreas, generalmente ha un rischio di recidiva molto bassa. Ma non è sempre la norma, quindi continuare con i follow up è fondamentale.

In merito ai controlli, ha spiegato ancora il medico:

All’inizio sono sempre ogni sei mesi. Poi possono diradarsi ed avere un intervallo annuale. Tanto più è aggressivo e ‘veloce’ il tumore, quanto più è alta la probabilità di una recidiva precoce. Al contrario, nel caso in cui il tumore iniziale sia  ‘meno’ aggressivo, la possibilità di una recidiva è più bassa, ma deve essere prolungata nel tempo, fino a dieci anni dall’intervento.

Una condizione certamente stressante per il paziente:

Però abbiamo notato, osservando il ‘percepito’ del paziente, che tanto più i follow up ripetuti sono negativi, tanto più la persona diventa sicura. Il messaggio, quindi, è che è possibile tornare alla propria vita, non abbandonando però i controlli che permettono, in caso, una  diagnosi precoce di ripresa di malattia.

 

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