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Famoso rapper italiano va in rehab: “Dipendente da sesso e alcol, ho scelto la vita”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2021-07-16

Uno dei rapper più affermati sulla scena ed amati dai giovanissimi, ha deciso di compiere un passo importante e di renderlo noto attraverso i suoi social. Lui è Junior Cally, da molti conosciuto per la sua partecipazione (in parte discussa) al Festival di Sanremo 2020. Nelle ultime ore con un lungo post Instagram ha annunciato …

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Uno dei rapper più affermati sulla scena ed amati dai giovanissimi, ha deciso di compiere un passo importante e di renderlo noto attraverso i suoi social. Lui è Junior Cally, da molti conosciuto per la sua partecipazione (in parte discussa) al Festival di Sanremo 2020. Nelle ultime ore con un lungo post Instagram ha annunciato la decisione di andare in rehab e con coraggio e maturità ha parlato delle sue dipendenze.

Il rapper Junior Cally parla delle sue dipendenze: lo sfogo

In un lungo ma sincero post Instagram, il rapper Junior Cally ha informato i suoi numerosi follower del periodo non semplice che sta passando e della importante decisione presa:

Perché un passo prima? Perché ho deciso di fermarmi prima che sia troppo tardi, ho scelto la vita e ho deciso di respirare e di pensare alla mia salute mentale e non.

Così l’artista ha annunciato il suo terzo album in arrivo dal titolo “Un passo prima” in uscita il prossimo 10 settembre, ma in contemporanea ha proseguito:

Questi sono stati due anni da incubo, dove tutti sapete che razza di inferno ho passato a livello mediatico. E non parlo “solo” del lockdown e delle difficoltà con le quali tutti abbiamo dovuto scontrarci nelle quattro mura di casa nostra. Pensavo di essere forte e solido a sufficienza per superarla facilmente e invece no, a distanza di quasi due anni mi ritrovo ancora qui a leccarmi le ferite. Non sono invincibile.

Quindi il rapper ha parlato con estrema onestà delle sue dipendenze ed ha proseguito:

Senza girarci intorno: sono un alcolista e, come già sapete, soffro da anni di DOC (disturbo ossessivo compulsivo). Nei momenti più bui di questo ultimo periodo, dove il DOC tornava ad essere padrone della mia vita trovavo rifugio nel bicchiere. Il bicchiere mi era diventato amico, mi rendeva libero e mi disinibiva, mi dava la forza per fregarmene di tutto ed andare avanti. Da stordito non avrei mai acceso e spento la luce 4+4+2 volte. Anche il sesso è diventato una malattia, una dipendenza da curare, perché anche quello è diventato compulsivo, incontrollabile, irrefrenabile.

Da qui la decisione importante che ha potuto prendere con l’aiuto di uno psicologo:

Dunque ho deciso insieme allo psicologo che mi segue da tanto tempo che l’unica soluzione è quella di isolarmi per un po’. E dopo aver chiuso il disco e il resto, insomma dopo aver fatto in anticipo tutti i compiti per le vacanze, ho deciso di pensare a me e alla mia salute e ho deciso finalmente che era arrivato il momento di curarmi. Da sabato inizierò un percorso contro le dipendenze dove non potrò vedere nessuno che conosco, dove non potrò usare il telefono e dove ovviamente non potrò più bere. Andrò in un posto dove mi auguro di poter trovare le forze di guardarmi dentro, un posto in cui vomitare tutte le mie paure per liberarmene una volta per tutte. Spero di riuscire a farvi incontrare una versione di me migliore, una persona che non accarezza la morte con un bicchiere in mano.

 

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