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Eyes Wide Shut si batte contro Sanremo: doppia sconfitta a causa degli interminabili stacchi pubblicitari

di Patrizia Sergio

Pubblicato il 2010-02-21

  Guardare un film in televisione rappresenta sempre un’ardua prova di pazienza a causa delle continue interruzioni pubblicitarie. Ma se per una volta, invece del comune vuoto pneumatico dei palinsesti, è in onda un film di Kubrick, è un piacere al quale non ci si può sottrarre. Lunga attesa: i soliti spot ma finalmente il …

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Guardare un film in televisione rappresenta sempre un’ardua prova di pazienza a causa delle continue interruzioni pubblicitarie. Ma se per una volta, invece del comune vuoto pneumatico dei palinsesti, è in onda un film di Kubrick, è un piacere al quale non ci si può sottrarre.

Lunga attesa: i soliti spot ma finalmente il film ha inizio. Indubbiamente Eyes wide shut non è uno dei migliori lavori del regista americano, però lo si guarderebbe volentieri, se non fosse che ogni quindici minuti c’è una interminabile sequenza di spot; con tanto di messaggio che consiglia il film ad un solo pubblico adulto, come se il bollino rosso non bastasse.

La visione del film risulta poco godibile, gli intervalli continui spazientiscono e le scene volutamente interrotte nei momenti salienti diventano un supplizio che irrita i nervi degli spettatori.
Mi domando perché non si è scelto di spostare il film in fascia notturna per non nuocere alla dignità di un prezioso esempio della storia del cinema contemporaneo. La concorrenza tra le reti viene prima di tutto, così contro Sanremo si è preferito sottrarre una buona fetta di pubblico con un film che in ogni caso avrebbe attirato sia gli estimatori di Kubrick, sia i neofiti, coloro che per puro sentito dire avrebbero guardato Eyes wide shut. Cogliere le sfumature psicologiche della pellicola diviene pressoché impossibile tra uno spot e l’altro.

Il fine giustifica i mezzi? Il film termina a mezzanotte passata, quasi in concomitanza col festival. Tuttavia l’esito è negativo, il film è interminabile, quasi degno delle opere di James Cameron: appunto una noia titanica. Ennesima burla nei confronti degli spettatori.
Sacrificare la dignità di un film è un oltraggio, soprattutto se si tratta di Kubrick e non delle solite fiction monotematiche e da sbadiglio.

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