logo

Enock replica a Pio e Amedeo: “Picchiato da chi mi chiamava ne*ro, io avrei bloccato il monologo”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2021-05-03

Contano le intenzioni, non le parole. A sostenerlo sono stati Pio e Amedeo ai quali ha replicato di recente Michele Bravi dal palcoscenico del Concertone del primo maggio ribadendo come le parole abbiano lo stesso peso delle intenzioni. Cosa ne pensa invece Enock Barwuah, ex gieffino e fratello di Mario Balotelli? Enock e la risposta …

article-post

Contano le intenzioni, non le parole. A sostenerlo sono stati Pio e Amedeo ai quali ha replicato di recente Michele Bravi dal palcoscenico del Concertone del primo maggio ribadendo come le parole abbiano lo stesso peso delle intenzioni. Cosa ne pensa invece Enock Barwuah, ex gieffino e fratello di Mario Balotelli?

Enock e la risposta a Pio e Amedeo dopo il monologo

Enock ha preso parte all’ultima edizione del Grande Fratello Vip, la stessa che costò la squalifica a Fausto Leali per l’uso della “n-word” proprio nei confronti del giovane. Ma dunque, cosa pensa delle espressioni usate dal duo comico Pio e Amedeo su Canale 5 in prima serata? Ne ha parlato ai microfoni di Fanpage.it asserendo:

Le parole contano quanto le intenzioni. Il termine “ne*ro” ha un solo significato. Non puoi fare un complimento insultando una persona. È una parola dispregiativa, stai dicendo a una persona che è sporca.

Ma cosa pensa dunque delle parole “neg*o” o “fr*cio” dette sena cattive intenzioni? La replica di Enock non si è fatta attendere:

Se ho confidenza con un amico e a questa persona sta bene che io lo chiami “ne*ro”, non vuol dire che tutti debbano accettarlo. Ognuno ha una storia o ricordi spiacevoli legati proprio a questo termine. È una parola grave. Ma quello che mi spaventa di più è che in televisione sia stato consentito a due persone, miei amici tra l’altro, di parlarne in questi termini. Che cosa vogliamo fare, creare una generazione che si senta libera di andare in giro per strada a utilizzare certi termini? Non ho intenzione di far rivivere a mia figlia quello che ho passato io quando andavo in giro e mi chiamavano “ne*ro di mer**”. È un termine da abolire, esattamente come la parola “fro*io”. Poi se sei con un tuo amico in un contesto privato e ti sta bene che ti chiami “fro*io”, è un’altra cosa.

Fanpage ha fatto giustamente notare come sia il caso di evitare tali termini in qualunque contesto ma il giovane ha ammesso di essersi ritrovato in circostante simili ed essere accusato di poca autoironia. Tuttavia deve essere l’altro a non dover offendere:

È una cosa molto grave quella che stanno facendo, è autorizzare le persone a utilizzare certi termini. Ma stiamo scherzando? Spiani la strada a una sorta di “liberi tutti” e non va bene. Per quanto mi riguarda, non ho amici che mi chiamano “ne*ro”. E non lo fanno perché mi rispettano.

Enock ha ancora aggiunto riferendosi sempre a Pio e Amedeo:

Con quel passaggio sul fatto che non si possa più usare la parola “ne*ro” in tv, Pio e Amedeo si riferivano proprio a me e a quanto accaduto al Grande Fratello con la squalifica di Fausto Leali. Quanto alla rete, penso che sia necessario scegliere una linea e mantenerla. Se decidi di condannare certi termini prima, non puoi consentirli dopo, in prima serata e di fronte a tante persone. È molto grave. Nei panni di Canale5 e Mediaset avrei bloccato questo monologo.

Pio e Amedeo hanno sbagliato l’argomento sul quale fare ironia. Da piccolo sono stato picchiato da quelli che mi chiamavano “ne*ro”. Su questo tema non c’è nulla da scherzare.

Potrebbe interessarti anche