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Ema Stokholma choc: “Mia madre mi picchiava, la odiavo e volevo ucciderla”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2020-05-26

La popolare deejay Ema Stokholma, ex concorrente di Pechino Express, si è raccontata oggi a Caterina Balivo, nella nuova puntata di Vieni da me, in una intervista molto intensa in cui ha ripercorso la sua infanzia. Un’infanzia non semplice, caratterizzata dalle violenze subite da parte di sua madre, ben descritte nel suo libro dal titolo: …

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La popolare deejay Ema Stokholma, ex concorrente di Pechino Express, si è raccontata oggi a Caterina Balivo, nella nuova puntata di Vieni da me, in una intervista molto intensa in cui ha ripercorso la sua infanzia. Un’infanzia non semplice, caratterizzata dalle violenze subite da parte di sua madre, ben descritte nel suo libro dal titolo: “Per il mio bene”. Quella di Ema è stata una testimonianza sconvolgente che ha lasciato la stessa padrona di casa senza parole.

Ema Stokholma choc: madre violenta, la dolorosa confessione

C’è un aspetto nella vita della bravissima Ema Stokholma, protagonista con Gigi e Ross del PrimaFestival, che non tutti conoscono e che ha deciso di raccontare oggi al programma di Rai1 condotto da Caterina Balivo:

Ho odiato profondamente mia madre, a volte volevo ucciderla.

Parole forti, che derivano da un’infanzia a base di maltrattamenti e violenze gratuite, come lo sono sempre quando hanno per protagonisti dei bambini. In merito Ema ha raccontato:

Le urla a casa mia c’erano. Nelle case di molti bambini ci sono le urla. Per questo ho scritto la mia storia. Mio padre è sparito, il mio nucleo familiare era mio fratello e mia madre. Che delusione il primo pugno di mia madre. Fermò la macchina di botto, si girò e me lo diede.

Ema Stokholma nel corso dell’intervista ha aggiunto:

Io non voglio fare vittimismo, ho superato la cosa e vado in analisi, ma il libro l’ho scritto per dare un segnale. Dobbiamo aiutare i bambini e anche i genitori, mia madre poteva e doveva essere aiutata.

Poi ha proseguito:

Tornavo a casa e ci picchiava. Credo che lei non stesse bene. Non c’è mai stato nessun aiuto psicologico e nessuna diagnosi. Aveva molti problemi mentali. Le dava fastidio anche la mia fisicità. Mi svegliavo, si svegliava e magari diceva che avevo gli occhi strani e partivano le botte. Non riuscivo mai a parlare con lei, lei sembrava quasi che non capisse. Per lei quello che accadeva semplicemente non accadeva. Era molto spiazzante. Ce l’aveva anche con mio fratello, ma lo faceva sempre da separati. Faceva in modo che non lo sapevamo, ma sapevo quando toccava a mio fratello e tiravo un sospiro di sollievo quando toccava a lui.

Nel tempo Ema Stokholma ha provato a ricucire il rapporto con suo padre e dopo averlo fatto non è però riuscita a parlare di tutto quello che ha patito:

Ho provato a raccontare a mio padre ma c’è poco ascolto quando ci sono storie del genere. Se tu non entri nei particolari, la gente non capisce. Non distingue. Ed è difficile raccontarlo. Poi lo scrivi e tutti si accorgono di quello che succedeva.

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