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Edoardo Raspelli, confessione choc: “Io violentato a 14 anni in collegio, non l’ho mai raccontato a nessuno”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2018-08-19

Il popolare esperto gastronomico e conduttore di Melaverde, la trasmissione di Canale 5 che si appresta a tornare con le nuove puntate in prima visione dal prossimo 16 settembre, nei giorni scorsi si è raccontato ed ha svelato un dramma incredibile tra le pagine di Cronaca Vera. Edoardo Raspelli, infatti, ha svelato di essere stato …

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Il popolare esperto gastronomico e conduttore di Melaverde, la trasmissione di Canale 5 che si appresta a tornare con le nuove puntate in prima visione dal prossimo 16 settembre, nei giorni scorsi si è raccontato ed ha svelato un dramma incredibile tra le pagine di Cronaca Vera. Edoardo Raspelli, infatti, ha svelato di essere stato vittima, da giovanissimo, di una assurda violenza sessuale. Oggi, a 69 anni, si è detto pronto a raccontarla e lo ha fatto scrivendo la sua confessione di suo pugno tra le colonne del giornale di cronaca.

Edoardo Raspelli e la confessione choc sulle violenze subite

Edoardo Raspelli oltre ad essere lo storico conduttore di Melaverde è anche – e probabilmente – tra i pochi ad aver assicurato gusto ed olfatto per 500mila euro. La ragione è certamente legata all’indispensabile uso che ne fa per professione. In un racconto comparso sulle pagine di Cronaca Vera di recente, però, Raspelli ha riservato ampio spazio non tanto alle sue abilità professionali quanto piuttosto ad un ricordo drammatico della sua giovinezza. Un segreto che si è tenuto per sé per oltre 40 anni.

“Un altro collegio accolse nelle vacanze estive un ragazzetto di 14 anni. Era la casa del professor M., alta su Chiavari: non una villa ma quasi un castello, nel verde, in cima ad un angusto vialetto che saliva verso la collina dal centro della città, con tanto di torretta di avvistamento”, inizia così, su Cronaca Vera, la narrazione dei suoi primi turbamenti di gioventù.

“Nel Collegio Maschile Tigullio avevano ammonticchiato, in una stanza che sembrava una specie di pozzo, decine di vecchi materassi ancora in buon stato. Noi ragazzini ci buttavamo a turno, giocavamo, ce lo mostravamo a vicenda cercando di decretare il vincitore in lunghezza, in larghezza, in turgore”, prosegue.

In questo contesto però, si colloca la violenza choc: “Un giorno mi assalirono in sei, mentre ero nella mia camera sul letto a riposare… In quattro mi bloccarono, uno mi chiuse la bocca, un altro mi tirò giù i pantaloni“. Per Raspelli si trattò di un episodio “brutto, terribile”, un trauma che ha deciso di tenere nascosto per più di 40 anni ma che ora ha sentito il bisogno di raccontare, “perché sento il peso della vita che corre: muore gente che conosci, un bimbo a cui facevi da padrino, un amico caro. E il file, chissà perché, torna leggibile”.

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