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Drive In – L’origine del male: il documentario stasera su Canale 5 a partire dalle 23.20

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-12-04

Chi è figlio della fine degli anni ’70 come me, ricorderà senza ombra di dubbio Drive In. Il programma comico ideato e scritto da Antonio Ricci, sì, proprio lui. Appuntamento fisso della domenica sera di Italia 1 è andato in onda dal 1983 al 1988 riscuotendo un successo davvero incredibile e diventando un vero e …

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Chi è figlio della fine degli anni ’70 come me, ricorderà senza ombra di dubbio Drive In. Il programma comico ideato e scritto da Antonio Ricci, sì, proprio lui. Appuntamento fisso della domenica sera di Italia 1 è andato in onda dal 1983 al 1988 riscuotendo un successo davvero incredibile e diventando un vero e proprio trampolino di lancio per moltissimi personaggi televisivi. Audace, innovativo e sicuramente molto avanti rispetto al periodo che l’ha visto andare in onda.

Gianfranco D’Angelo, proprietario del Drive In, Ezio Greggio nelle vesti di aiutante, il cliente assiduo Enrico Beruschi con la moglie, Margherita Fumero e la cassiera, Carmen Russo prima e successivamente Lory Del Santo e Tinì Cansino. E i tormentoni di Greggio? Da “E’ lui o non è lui? Cerrrrto, che è lui!”, a “Bada ben bada ben bada ben…” e “Chi ha cuccato la Cuccarini?”. Insieme a loro c’erano anche Giorgio Faletti, Carlo Pistarino, Sergio Vastano, Francesco Salvi, I Trettrè, Massimo Boldi, Teo Teocoli, Zuzzurro e Gaspare, Syusy Blady e la Gialappa’s Band.

Questa sera, a partire dalle 23.20 andrà in onda su Canale 5 il documentario di Luca Martera dal titolo: Drive In – L’origine del male, in occasione dei trent’anni dalla nascita del programma. Pippo Baudo, Walter Veltroni, Tinì Cansino, Ciriaco De Mita, Enrico Vanzina, Gad Lerner, Luca Mastrantonio saranno alcuni dei protagonisti che, assieme ad Antonio Ricci, rievocheranno quello “spirito del tempo” tra compromessi pentapartitici, crisi rosse e nere d’identità, soldi facili e difficili, mode effimere e, incredibile a dirsi, una libertà di parola più ampia di oggi, senza la melassa buonista e il politicamente corretto.

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