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Cristiana Capotondi al Giffoni Film Festival, in autunno sarà Renata Fonte in TV: “E’ una storia incredibile!”

di Francesca Tordo

Pubblicato il 2017-07-20

Ospite della sesta giornata del “Giffoni Film Festival” è l’attrice Cristiana Capotondi, che torna sul piccolo schermo come protagonista di un film TV su Canale 5, in cui recita nel ruolo di Renata Fonte, assessore del comune di Nardò (Lecce), uccisa da due sicari mafiosi nel 1984. “E’ una donna molto determinata che si incarna …

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Ospite della sesta giornata del “Giffoni Film Festival” è l’attrice Cristiana Capotondi, che torna sul piccolo schermo come protagonista di un film TV su Canale 5, in cui recita nel ruolo di Renata Fonte, assessore del comune di Nardò (Lecce), uccisa da due sicari mafiosi nel 1984. “E’ una donna molto determinata che si incarna in un luogo, e si batte per difenderlo fino alla morte. Mi ha entusiasmato interpretarla”, spiega Capotondi.

Cristiana Capotondi torna in TV: è suo il ruolo di Renata Fonte

Renata Fonte, oltre a essere stata un’eccellente mamma, è conosciuta soprattutto per aver a lungo combattuto, durante la sua carriera politica, contro la speculazione edilizia e gli illeciti ambientali nell’area di Porto Selvaggio, in Salento. La donna, riconosciuta vittima di mafia, è morta a 33 anni nel marzo 1984 per mano di due sicari.

Una storia incredibile”

“Quella di Renata Fonte è una storia incredibile”, sottolinea Cristiana Capotondi ospite al “Giffoni Film Festival”. “E’ una storia di grandissimo coraggio: è andata avanti senza cedere a nessun compromesso”. Per quanto riguarda Fabio Mollo, regista del film TV su Canale 5, l’attrice spiega che è stato “di grande sensibilità”, poiché ha ritratto Renata Fonte “in modo dolce, la racconta come fosse sua madre”.

L’assassinio di Renata Fonte

Il 31 marzo 1984 a Nardò (Lecce) due sicari uccidono con tre colpi di pistola Renata Fonte mentre ritornava nella sua abitazione. Dai tre livelli di giudizio sono stati individuati e condannati gli esecutori materiali, Giuseppe Durante e Marcello My, gli intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro, e il mandante di primo livello, Antonio Spagnolo. Quest’ultimo, collega di partito di Renata e primo dei non eletti alle elezioni amministrative, avrebbe dato ordine di uccidere per risentimento nei confronti di Renata Fonte, ma questa affermazione è contestata (Fonte Wikipedia).

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