Censura della Rai, notizie false al TG1

Categorie: NEWS



Cosa sta succedendo all’informazione italiana? Il Tg1, il tg più importante delle tre reti Rai, quello con la tradizione più antica, è lo specchio perfetto di una situazione che può essere definita per lo meno anormale, se non peggio. Infatti proprio ieri, dando la notizia della prescrizione del reato di corruzione contestato a Mills, l’illustre telegiornale ha parlato di “assoluzione di David Mills”. I

n realtà si è provato che David Mills è stato corrotto da alcuni avvocati, pare proprio per conto di Silvio Berlusconi. Ma a David Mills è stato prescritto il reato, e ciò non vuol dire che questi sia stato assolto. C’è una bella differenza tra i termini assoluzione e prescrizione: se io vengo assolto, significa che non ho commesso il reato; se io vengo corrotto, e il mio reato è prescritto, vuol dire che io vengo riconosciuto colpevole di tale reato, ma non posso più essere condannato perché il reato è stato da me commesso troppo tempo prima della chiusura del processo. Operando questo cambiamento di parole, il telegiornale ha falsificato una notizia garantendo la diffusione della disinformazione.



In questo clima di particolare, come dire, leggerezza nel dare le notizie, si innesta poi l’ultima geniale trovata del Direttore Generale della Rai Mauro Masi. Il DG ha infatti proposto un piano che farà felice la concorrenza: stop ai programmi di approfondimento giornalistico per le ultime due settimane di Marzo. Dunque sospensione dei programmi più lucrosi per la Rai in temini di pubblicità, come Porta a Porta, Annozero, Report, Presa Diretta e Ballarò: se questa non è censura, ebbene io non so come chiamarla.

Dulcis In Fundo, giusto per porre la ciliegina sulla torta, l’Agcom ha deciso che la censura sarà estesa anche a tutti i programmi di informazione delle tv private: mentre Mediaset rischia di perdere soltanto Matrix, La 7 sarà messa in ginocchio da questa decisione che le cancella metà della programmazione settimanale (Omnibus, L’Infedele, Tetris e Otto e Mezzo). La censura invece non è stata estesa alla Rete.



Inoltre il regolamento prevede che:

1) A decidere gli ospiti politici da invitare sono i partiti (non accade nemmeno nella Russia di Putin).
2) Non si può parlare di politica senza ospitare i politici voluti dai partiti.
3) Anche se si accetta di invitare i politici designati dalle segreterie, bisogna invitarne almeno 50, in massimo due settimane. Perché? Semplice: il regolamento Beltrandi impone uno per ogni lista nazionale (circa 15), più uno per ogni lista che copra 1/4 del territorio.
4) La norma impone anche di invitare tutti i candidati presidente di tutte le regioni (moltiplicate 13 per 2-4).
5) Dettaglio curioso: la legge è già in vigore, ma il termine per la presentazione delle liste scatta domani. Quindi il calcolo di tutti gli invitati non si può ancora fare: non sono meno di 50, però.

Detto questo, fino a quando potrà durare la libertà dei mezzi di informazione? Staremo a vedere.