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Braccialetti Rossi promosso anche dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza: i ringraziamenti alla Rai

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2014-01-27

Braccialetti rossi, il nuovo teen drama di RaiUno andato in onda nella prima serata di ieri, vince non solo nella consueta gara degli ascolti, appassionando 5.300.000 spettatori con share del 20.02%, ma convincendo anche Vincenzo Spadafora, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, il quale sembra aver molto apprezzato il nuovo prodotto di casa Rai, che è …

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Braccialetti rossi, il nuovo teen drama di RaiUno andato in onda nella prima serata di ieri, vince non solo nella consueta gara degli ascolti, appassionando 5.300.000 spettatori con share del 20.02%, ma convincendo anche Vincenzo Spadafora, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, il quale sembra aver molto apprezzato il nuovo prodotto di casa Rai, che è già entrato con la sua prima puntata nel cuore di molti telespettatori, grazie alla capacità di portare sul piccolo schermo e soprattutto in prime time un argomento delicato come la malattia, unito però alla forza dell’amicizia.

“Non era facile decidere di avventurarsi in una fiction ambientata in un ospedale per bambini. Non era facile far recitare ragazzi senza capelli perché affetti da tumore, eppure sorridenti, allegri, generosi. E soprattutto non era facile far capire che bambini e ragazzi hanno sempre dei diritti, anche e soprattutto quando la malattia li colpisce. Grazie quindi alla Rai e ai dirigenti della fiction, a partire da Tinni Andreatta, il direttore”, con queste parole ha esordito Vincenzo Spadafora.

Tanti i complimenti alla Rai da parte di Spadafora, che ha anche sottolineato un alto pregio della nuova fiction di RaiUno: “La famiglia è spesso argomento politico da campagna elettorale, ma quando si deve passare dalle parole ai fatti, vediamo solo tagli e disattenzione. È importante invece che le famiglie siano sostenute nelle difficoltà, ed affrontare la malattia e forse la morte dei propri figli è qualcosa di più di una “difficoltà”. Grazie ancora alla Rai per far vedere, con garbo e leggerezza, la vita di un ospedale pediatrico. E di mostrare che bambini, ragazzi, madri e padri possano vivere al meglio anche la realtà dura della malattia”.

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