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AresGate, ex gieffino difende Alberto Tarallo: “un uomo corretto, setta? Baggianate!”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2020-10-04

L’AresGate, a quanto pare, non è ancora finito del tutto nel dimenticatoio. Questa sera, infatti, sarà Massimo Giletti su La7, nel corso della nuova puntata di Non è l’Arena a riaccendere i riflettori su un presunto scandalo esploso sui social ma già “zittito” nelle reti Mediaset. E non è esclusa la presenza di Alberto Tarallo, …

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L’AresGate, a quanto pare, non è ancora finito del tutto nel dimenticatoio. Questa sera, infatti, sarà Massimo Giletti su La7, nel corso della nuova puntata di Non è l’Arena a riaccendere i riflettori su un presunto scandalo esploso sui social ma già “zittito” nelle reti Mediaset. E non è esclusa la presenza di Alberto Tarallo, come anticipato da Dagospia, il quale potrebbe replicare in prima persona alle accuse. Intanto però, a dire la sua sulla questione che ha fatto molto chiacchierare sul web è stato l’attore ed ex gieffino Antonio Zequila.

AresGate: ex gieffino solidale con Alberto Tarallo

Zequila ha recitato tra le altre cose nella fiction Il bello delle donne… alcuni anni dopo, dunque conosce da vicino l’ambiente dell’Ares Film. In una intervista a SuperGuidaTv ha spiegato cosa ne pensa delle accuse sollevate da Adua Del Vesco e Massimiliano Morra durante la loro conversazione al GF Vip:

Conosco benissimo Alberto Tarallo che è stato anche il mio agente tanti anni fa. E’ una persona che ha iniziato dal nulla e che è riuscito a mettere su delle produzioni molto importanti. Tutte le persone che hanno parlato male di lui devono chiedergli scusa e dovrebbero solo ringraziarlo per il fatto di aver contribuito a renderli famosi. E’ stato sempre corretto nei miei confronti ed è anche un uomo molto simpatico. Gli sono solidale.

Quindi smentisce anche lui l’ipotesi della presunta setta asserendo:

Sono tutte baggianate. Ci sono consuetudini che sono sempre esistite nel mondo dello spettacolo. E’ sempre esistito il sofà del produttore, il do ut des e c’è sempre stato uno scambio tra attori e produttori. Chi fa questo lavoro sa che esiste un mercato. Chi vuole accettare accetta altrimenti decide come me di fare un percorso di sacrifici. Dopotutto io sono diventato famoso a 42 anni. In poche parole, c’è chi si adatta e chi non si adatta al compromesso. C’è sempre il libero arbitrio e nessuno viene obbligato a fare qualcosa che non vuole.

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