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Anna Laura Millacci: “Massimo Di Cataldo mi picchiava per motivi futili. Ho dipinto il mio aborto”

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2013-07-21

Alla fine, nella “storia” tra l’artista Anna Laura Millacci e il cantante Massimo Di Cataldo il principale motivo d’interesse sembra essere: “Ma lei non ha il volto tumefatto”, oppure “Il sangue esce di qua ed invece dovrebbe uscire di là”, o meglio ancora (quando scrivo “meglio” sono tristemente ironica), donne che difendono a spada tratta …

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Alla fine, nella “storia” tra l’artista Anna Laura Millacci e il cantante Massimo Di Cataldo il principale motivo d’interesse sembra essere: “Ma lei non ha il volto tumefatto”, oppure “Il sangue esce di qua ed invece dovrebbe uscire di là”, o meglio ancora (quando scrivo “meglio” sono tristemente ironica), donne che difendono a spada tratta Massimo Di Cataldo. Ed allora, la solidarietà femminile che tanto mi preme mettere in mostra quando le donne sono solidari tra loro, in questo caso va davvero a farsi benedire, e mi lascia l’amaro in bocca.

Anna Laura Millacci ha delle prove, che credo non lascino scampo a quanto purtroppo le è tristemente accaduto; tuttavia, anche l’ex moglie di Massimo Di Cataldo le si è messa contro (nonostante abbiano comunque qualcosa che le “accomuna”, l’aver vissuto con un uomo evidentemente complicatoo, incapace di accettare la fine di un successo che poi,  è durato quanto?) affermando: “C’è qualcosa che mi fa pensare che lei non stia raccontando tutta la storia, Credo che quella donna sia una persona squilibrata, che ha fatto molto male a me e a mia figlia”, per poi aggiungere che preferisce non commentare e non dire nulla, alla domanda sul sito de Il Messaggero: “Ma lei ha mai ricevuto botte da Massimo Di Cataldo?”.

La prima moglie del cantante ha inoltre aggiunto: “Ha una galleria d’arte, no? Forse cercava pubblicità”. Questo a me, fa orrore, ma del resto, da quanto si apprende, Anna Laura aveva intrapreso una relazione due anni prima che il primo matrimonio di Di Cataldo finisse, quindi, se due+due fa ancora quattro, mi pare ovvio che questa donna nutra ancora del rancore che evidentemente si spinge ben oltre questa faccenda.

Ed infatti, conclude esattamente come ci aspettavamo, mettendo in cattiva luce una donna che invece, avrebbe sicuramente bisogno anche della sua solidarietà: “Quando vivevamo a Trastevere, con Massimo, lei lo perseguitava, citofonava a tutte le ore della notte. Lo tempestava di messaggi per costringerlo a scendere. Mi sembrava ossessiva ed emozionalmente squilibrata. Massimo mi avrà tradito con 500 donne, ma lei non gli dava tregua, nemmeno quando lui pensava di ricostruire la famiglia. Ha invaso la nostra vita quotidiana, ha fatto tanto male a Massimo e a me. Caricai sull’auto le mie cose, presi la bambina e tornai in Spagna. Quanto sta accadendo ora mi conferma di aver fatto la scelta giusta”.

Qual è la scelta giusta cara prima moglie di Massimo Di Cataldo? Quella di allontanarsi dal cantante, no? Questo è quello che traspare e, se l’intento non era quello, le assicuro che invece, in maniera “maldestra” quello che arriva si schiera dalla parte di Anna Laura che, raggiunta telefonicamente da Selvaggia Lucarelli ha dichiarato:

Una persona si sfoga dopo anni di soprusi magari in un modo poco prudente e senza valutare le conseguenze, e finisce pure per doversi difendere dalle accuse di essere bugiarda. Massimo mi ha sempre picchiata, mi ha picchiata anche quando ero incinta della nostra bimba, e solo perché io la volevo chiamare Anna Lou e lui diceva che non l’avrebbe mai chiamata come la figlia di Morgan. Picchiava sempre e solo per motivi futili. Ha scatti di rabbia continui che si sono ben visti anche quando partecipò a “Music farm” e una notte distrusse mezza casa per sfogare l’ira.

E inoltre, l’artista ha in mano dei referti che parlano chiaramente di un aborto, tanto da dichiarare ancora:

Io sono andata dal ginecologo e ho un referto che parla chiaro dell’aborto avvenuto alla quinta settimana. Sono andata dal dentista per un’operazione e non mi ha potuta toccare per quanto la mia bocca era gonfia a causa delle botte. E infine, lo so che può suonare folle per chi non fa il mio lavoro, ma quando ho abortito ho preso tutto quello che il mio corpo stava espellendo e l’ho messo su un quadro che si chiama “Le cose che ho perso”. L’ho fatto per non dimenticare e lo guarderò ogni volta che mi verrà la tentazione di perdonare. Se non mi crederanno, troveranno tutto nel mio quadro che ora è nascosto nell’armadio.

Gesto folle? Per un’artista è un modo come un altro per esorcizzare i demoni della paura, per non cancellare la sofferenza e avere la forza di andare avanti, del resto, anche Frida Kahlo ha sempre dipinto le sue sofferenze con estremo trasporto, come un pugno nello stomaco e, tra le opere, raffigurò anche un aborto.

In ultimo, proprio riguardo la prima moglie chiamata in causa ed estremamente infastidita dall’accaduto, Anna Laura racconta la sua visione dei fatti, ricordando anche che le botte, dal cantante sul viale del tramonto le ha prese pure lei:

Quando era sposato, sono stata la sua amante per due anni. Lui non era mai a casa, stava sempre con me. Lei una sera gli fece una scenata e lui la picchiò. Andarono al pronto soccorso e Massimo disse che lei aveva picchiato lui. Lo disse anche a me e io purtroppo ero innamorata, gli credetti. Poi l’ex moglie tornò nel suo paese e si separarono. Ero innamorata e quando sei innamorata credi al tuo uomo.

Tutto questo poi, perché?

Era, è fragile. Ha perso il successo e questo lo ha reso infelice. Quando ha cominciato ad andare al supermercato e a vedere che nessuno lo riconosceva più, è sprofondato nella tristezza più cupa.

Consiglierei a Di Cataldo di farsi un enorme esame di coscienza e di chiedersi il perché, da ormai molti anni la sua musica non va più, un motivo ci sarà, del resto, esistono altre vie, altri mestieri, ci sono cantanti che razionalizzano la loro situazione e lasciano la musica, altri che incominciano a dedicarsi ad altro, ed evidentemente, la musica e Massimo Di Cataldo, al momento non hanno molte affinità, quindi, invece di prendersela con la sua compagna per i suoi fallimenti, lo esorterei con maturità a gioire per le vittorie della compagna, galleria d’arte compresa, anche se lui afferma che nel loro nucleo familiare c’è spazio per un solo “artista”.

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