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Achille Lauro, adolescenza choc raccontata in un libro: le parole di Carmelo Abbate

di Valentina Gambino

Pubblicato il 2020-02-12

Achille Lauro ha un passato particolarmente difficile. Il cantante più citato durante Sanremo 2020 (clicca qui), ha partecipato alla gara con “Me ne frego” classificandosi in ottava posizione e facendo parlare delle sue esibizioni per via dello stupore che hanno generato ogni sera. Achille Lauro, l’adolescenza choc raccontata da Carmelo Abbate Nel nuovo libro di …

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Achille Lauro ha un passato particolarmente difficile. Il cantante più citato durante Sanremo 2020 (clicca qui), ha partecipato alla gara con “Me ne frego” classificandosi in ottava posizione e facendo parlare delle sue esibizioni per via dello stupore che hanno generato ogni sera.

Achille Lauro, l’adolescenza choc raccontata da Carmelo Abbate

Nel nuovo libro di Carmelo Abbate, giornalista e volto celebre di Quarto Grado e, talvolta, anche dei programmi di Barbara d’Urso, c’è un intero capitolo proprio dedicato ad Achille Lauro ed è da brividi. Il giovane cantante nato da un famiglia normale, ha proseguito la sua adolescenza tra scippi, droga, motorini rubati e “rapine” finendo in prigione.

Il nuovo lavoro di Carmelo Abbate si chiama “Storie degli altri” e, lo scrittore parla di Achille in maniera approfondita ed emozionante. Ecco a seguire il capitolo che lo riguarda:

Lui è Lauro. Nasce a Roma nel 1990. È un bambino brillante, eccentrico. Cresce in una normale famiglia borghese. Frequenta le elementari. Sembra un giorno come un altro. I genitori hanno una comunicazione importante da fare. Basta cene fuori, vestiti o telefonino, siamo pieni di debiti. Lauro conosce il significato della parola rinuncia. Esce con gli amici, finge di aver già mangiato, si vergogna a dire che non ha soldi. Paura, ansia, rabbia lo divorano. Ha 12 anni. Vuole tutto quello che non ha.

Spaccia, ruba motorini, li rivende. Entra in un supermercato con gli amici e la fidanzata. Ha una pistola. Dammi i soldi, cazz*, in fretta. Eccoli, li stringe tra le mani. È eccitato. Ha 14 anni. I genitori cambiano città. Lauro resta a Roma con il fratello più grande. Sono soli. Non sono capaci di prepararsi nemmeno un piatto di pasta. Sono allo sbando. Il fratello fa il deejay per un gruppo rap della zona. Lauro ascolta la loro musica, assorbe le rime, la solitudine degli emarginati. Frequenta feste, rave, si sballa, si perde.

Il capitolo dedicato ad Achille Lauro prosegue:

La differenza tra essere e avere si annulla. I compagni di strada sono la sua nuova famiglia. Gente come lui, senza prospettive, senza futuro. Passano gli anni. Lauro è solo. Molti amici sono scomparsi, qualcuno è finito in prigione, qualcuno è morto. Lui è in bilico, lo tiene a galla il rap. Pubblica la sua prima raccolta di canzoni. È il 2013. L’etichetta di Marracash lo mette sotto contratto. Achille Lauro diventa il nuovo volto del rap italiano. Con i soldi guadagnati paga i debiti di famiglia e ricompra i gioielli della nonna che la madre aveva impegnato. Il successo è una botta di adrenalina. Alberghi, donne, vestiti.

Ora ha tutto, ma la rabbia è sempre la stessa. Il desiderio di possedere lo divora. È il 2020. Partecipa a Sanremo, si traveste da San Francesco, Ziggy Stardust, la marchesa Casati e la regina Elisabetta. Voglio osare, disprezzo le convenzioni, di quel che pensate me ne frego.

 

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Lui è Lauro. Nasce a Roma nel 1990. È un bambino brillante, eccentrico. Cresce in una normale famiglia borghese. Frequenta le elementari. Sembra un giorno come un altro. I genitori hanno una comunicazione importante da fare. Basta cene fuori, vestiti o telefonino, siamo pieni di debiti. Lauro conosce il significato della parola rinuncia. Esce con gli amici, finge di aver già mangiato, si vergogna a dire che non ha soldi. Paura, ansia, rabbia lo divorano. Ha 12 anni. Vuole tutto quello che non ha. Spaccia, ruba motorini, li rivende. Entra in un supermercato con gli amici e la fidanzata. Ha una pistola. Dammi i soldi, cazzo, in fretta. Eccoli, li stringe tra le mani. È eccitato. Ha 14 anni. I genitori cambiano città. Lauro resta a Roma con il fratello più grande. Sono soli. Non sono capaci di prepararsi nemmeno un piatto di pasta. Sono allo sbando. Il fratello fa il deejay per un gruppo rap della zona. Lauro ascolta la loro musica, assorbe le rime, la solitudine degli emarginati. Frequenta feste, rave, si sballa, si perde. La differenza tra essere e avere si annulla. I compagni di strada sono la sua nuova famiglia. Gente come lui, senza prospettive, senza futuro. Passano gli anni. Lauro è solo. Molti amici sono scomparsi, qualcuno è finito in prigione, qualcuno è morto. Lui è in bilico, lo tiene a galla il rap. Pubblica la sua prima raccolta di canzoni. È il 2013. L’etichetta di Marracash lo mette sotto contratto. Achille Lauro diventa il nuovo volto del rap italiano. Con i soldi guadagnati paga i debiti di famiglia e ricompra i gioielli della nonna che la madre aveva impegnato. Il successo è una botta di adrenalina. Alberghi, donne, vestiti. Ora ha tutto, ma la rabbia è sempre la stessa. Il desiderio di possedere lo divora. È il 2020. Partecipa a Sanremo, si traveste da San Francesco, Ziggy Stardust, la marchesa Casati e la regina Elisabetta. Voglio osare, disprezzo le convenzioni, di quel che pensate me ne frego. . . . Nelle Storie degli altri c’è la tua vita, la tua carne, la tua anima. Il mio libro è in vendita SOLO SU AMAZON. Clicca sul link in bio ⬆ #carmeloabbate #storiedeglialtri #achillelauro #sanremo #trapitalia #rapitaliano #sanremo2020

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