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Achille Lauro si “spoglia”, omaggio alla famiglia: “Figlio di gente onesta, ecco chi sono”

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2020-02-21

Achille Lauro, dopo essere stato tra i protagonisti indiscussi dell’ultimo Festival di Sanremo 2020 e dopo essere tra i “travestimenti” preferiti e più cool di questo Carnevale 2020, si è messo a nudo su Instagram, in un lungo post in cui ha voluto raccontare di se stesso e della sua famiglia. Una versione definitiva dopo …

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Achille Lauro, dopo essere stato tra i protagonisti indiscussi dell’ultimo Festival di Sanremo 2020 e dopo essere tra i “travestimenti” preferiti e più cool di questo Carnevale 2020, si è messo a nudo su Instagram, in un lungo post in cui ha voluto raccontare di se stesso e della sua famiglia. Una versione definitiva dopo quelle finora circolate sul suo conto.

Achille Lauro, la sua versione definitiva: omaggio alla famiglia

Achille Lauro, al secolo Lauro De Marinis, classe 1990, ha deciso di fare chiarezza sulla sua vita e sulla sua famiglia in un post social molto apprezzato e raggiunto da numerosi commenti di affetto anche da parte di molti volti noti, da Mara Venier a Laura Pausini. L’artista romano ha esordito:

Sono figlio di gente onesta, di chi ha sacrificato una vita per il lavoro sopportando per anni di farsi sputare addosso senza mai ricevere nulla.

Mio padre di giorno insegnava pur di portare a casa quattro soldi e di notte non dormiva ossessionato dal rimanere condannato in una misera vita.

Ho visto mia madre fare lavori umilianti ma caritatevoli.

Mai dirò che mi ha fatto mancare qualcosa.

Eppure è stato dipinto come un ragazzo ribelle e dal passato non semplice. Scrive in merito:

La mia rabbia e la mia ambizione nasce dalle umiliazioni. Quello che hanno fatto alla mia famiglia mi ha fatto diventare chi sono. Mia madre ha vissuto per gli altri, andava sulla strada ad aiutare prostitute a salvarsi assumendosi grandi rischi, ospitava a casa bambini di famiglie in difficoltà anche quando noi stessi eravamo disperati.

Sono contento perche è anche grazie a quello che abbiamo passato se sono qui e, nonostante abbia avuto un rapporto difficile con la mia famiglia, sono felice perché oggi mio padre ha conquistato quello per cui ha vissuto e mia madre ha un ruolo importante al mio fianco.

Oggi, di se stesso, Lauro racconta:

Il mio nome è famoso perchè tutti hanno conosciuto me quando dormivo in una macchina, quando vivevo in uno squallido hotel a Boccea, quando avevo paura per mia madre, quando a Val Padana c’erano quei ragazzi e oggi sono rimasti solo ritratti sui muri e fiori.

Sono contento quando riesco a fare qualcosa per le persone che ne hanno bisogno tra cui alcuni dei ragazzi cresciuti con me fin da piccoli, protagonisti delle mie storie vere e del mio successo, che ancora oggi vivono un disagio che alcuni sono solo capaci di raccontare.

No cantastorie.

Documentario di una generazione.

Sono diventato migliore di ieri perchè sono già stato chi nessuno sarebbe mai voluto essere e perchè quei ragazzi sono cresciuti avendo come esempio quello che non sarebbero mai voluti diventare.

Gloria ai miei ragazzi, a chi è come noi e a chi non c’è più.

È ora di aprire il nuovo sipario dove la morte stavolta è soltanto una messa in scena e dove si rimarrà per sempre.

 

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Sono figlio di gente onesta, di chi ha sacrificato una vita per il lavoro sopportando per anni di farsi sputare addosso senza mai ricevere nulla. Mio padre di giorno insegnava pur di portare a casa quattro soldi e di notte non dormiva ossessionato dal rimanere condannato in una misera vita. Ho visto mia madre fare lavori umilianti ma caritatevoli. Mai dirò che mi ha fatto mancare qualcosa. La mia rabbia e la mia ambizione nasce dalle umiliazioni. Quello che hanno fatto alla mia famiglia mi ha fatto diventare chi sono. Mia madre ha vissuto per gli altri, andava sulla strada ad aiutare prostitute a salvarsi assumendosi grandi rischi, ospitava a casa bambini di famiglie in difficoltà anche quando noi stessi eravamo disperati. Sono contento perche è anche grazie a quello che abbiamo passato se sono qui e, nonostante abbia avuto un rapporto difficile con la mia famiglia, sono felice perché oggi mio padre ha conquistato quello per cui ha vissuto e mia madre ha un ruolo importante al mio fianco. Il mio nome è famoso perchè tutti hanno conosciuto me quando dormivo in una macchina, quando vivevo in uno squallido hotel a Boccea, quando avevo paura per mia madre, quando a Val Padana c’erano quei ragazzi e oggi sono rimasti solo ritratti sui muri e fiori. Sono contento quando riesco a fare qualcosa per le persone che ne hanno bisogno tra cui alcuni dei ragazzi cresciuti con me fin da piccoli, protagonisti delle mie storie vere e del mio successo, che ancora oggi vivono un disagio che alcuni sono solo capaci di raccontare. No cantastorie. Documentario di una generazione. Sono diventato migliore di ieri perchè sono già stato chi nessuno sarebbe mai voluto essere e perchè quei ragazzi sono cresciuti avendo come esempio quello che non sarebbero mai voluti diventare. Gloria ai miei ragazzi, a chi è come noi e a chi non c’è più. È ora di aprire il nuovo sipario dove la morte stavolta è soltanto una messa in scena e dove si rimarrà per sempre.

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