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A L’Arena, la ricostruzione (con veri attori) dell’interrogatorio di Misseri. Tv trash anche nel dramma

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2010-10-25

Continua in tv, il ridicolo show accalappia ascolti, intorno alla tragica morte della piccola Sarah Scazzi. La televisione, non sembra avere nessuna intenzione di fermare questa continua gara a chi più riesce a parlare, nel corso della giornata, di pseudo approfondimenti sulla vicenda, replicando quanto già finora detto e ripetuto nei vari salotti organizzati intorno …

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Continua in tv, il ridicolo show accalappia ascolti, intorno alla tragica morte della piccola Sarah Scazzi. La televisione, non sembra avere nessuna intenzione di fermare questa continua gara a chi più riesce a parlare, nel corso della giornata, di pseudo approfondimenti sulla vicenda, replicando quanto già finora detto e ripetuto nei vari salotti organizzati intorno al discusso caso di cronaca che ha scosso l’intero Paese.

Anche ieri, così, i salotti domenicali di RaiUno e Canale 5, hanno preteso di mandare in onda ancora una volta il resoconto di quanto già appreso in questi giorni dai giornali. Ma a L’Arena, Massimo Giletti ha voluto spingersi ancora oltre, mandando addirittura in onda la ricostruzione dell’interrogatorio di Michele Misseri, lo zio orco accusato dell’omicidio della piccola quindicenne, realizzato con veri attori, in esclusiva per i telespettatori di RaiUno.

In contemporanea alla messa in onda, Blog Tivvù ha ricevuto tutta una serie di mail di protesta da parte di telespettatori che pagano regolarmente il canone, indignati per lo spettacolo di cattivo gusto al quale hanno dovuto assistere.

L’interrogativo, dunque, è sempre lo stesso: se ne sente davvero il bisogno di marciare ancora sulla vicenda in tal modo? Di continuare a vedere i soliti sciacalli nelle vesti di giornalisti, ormai da giorni appostati sotto l’abitazione della famiglia Misseri? E come Luciana Littizzetto ha fatto notare, nel corso della sua consueta comparsa a Che tempo che fa, ieri sera in chiusura di puntata, che non si lamentassero se poi in seguito a questo eccessivo tam tam mediatico che induce lo spettatore avido di dettagli, assetato di conoscere tutti i retroscena di questa “fiera del sangue”, si debba assistere a delle vere e proprie “scampagnate” organizzate al fine di conoscere anche il luogo in cui si è consumato il dramma, come se vivessimo costantemente in un reality, in una fiction di cui ciascun telespettatore si sente una comparsa.

Gli ascolti ne trarranno indubbiamente vantaggio, ma il buon senso sta iniziando davvero a vacillare.

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